Palacongressi al Santa Chiara: una scelta contro la città. La comunità accademica ci ripensi

Restiamo sempre più colpiti in negativo dalle politiche che il nuovo Rettore Zucchi intende intraprendere sul piano urbanistico. L’apertura alla realizzazione di un Palazzo dei Congressi all’interno del Santa Chiara, cavallo di battaglia della destra che ha sostenuto alle elezioni Michele Conti, è un errore drammatico per la nostra città su cui invitiamo la comunità accademica a riflettere seriamente.

Le decisioni che verranno assunte sul Santa Chiara cambieranno, infatti, i destini di Pisa e proprio per questo non si può lasciare alcuna cambiale in bianco a nessuno, tantomeno alle spinte di interessi privati.

Riteniamo che, semplicemente, non sia possibile pensare una struttura di questo tipo, con il carico urbanistico che comporterebbe e tenendo conto dei volumi esistenti, all’interno di quell’area. Serve, invece, necessariamente una strategia pubblica su cosa deve diventare il Santa Chiara e quale deve essere il suo ruolo nel tessuto urbano cittadino. Strategia che deve essere definita dal Comune attraverso un preventivo ed irrinunciabile percorso di partecipazione che coinvolga la cittadinanza, l’Università, l’Azienda Regionale per il Diritto allo studio, tutte le forze politiche, sociali, economiche, culturali della città, fissando i requisiti irrinunciabili, le condizioni, le destinazioni per rispondere ai bisogni sociali e pubblici sempre più forti sottraendosi agli interessi speculativi che seguono solo logiche di mercato

A fronte di una crisi climatica sempre più impattante, come dimostrano gli eventi che colpiscono sempre più le nostre città, ancora una volta il tema dell’adattamento al cambiamento climatico e la necessità di ripensare lo spazio urbano sono completamente derubricati. Uno degli obiettivi di un piano di recupero per questa area deve essere quello di liberare suolo, a partire dagli edifici minori non vincolati, per creare spazi verdi e percorsi pubblici, indispensabili per contrastare il cambiamento climatico: esattamente ciò che, finora inascoltati, proponiamo per la caserma Artale. Tutto questo è incompatibile con la realizzazione di un palacongressi, una megastruttura non integrata nel contesto urbano con cui si rischia di consumare ulteriore suolo a discapito del verde pubblico.

Invece l’unica cosa di cui si parla sono i potenziali quanto non fondati impatti economici positivi, non si sa bene per chi. E che sia questo l’obiettivo dell’operazione lo confermano le dichiarazioni del Presidente dell’Unione degli industriali, Andrea Madonna, che ha colto la palla al balzo per avere la disponibilità di realizzare nuove strutture ricettive a 4 e 5 stelle che la città non richiede in alcun modo.

Occorre, invece, cercare risposte adeguate alle domande che da tempo attraversano il dibattito pubblico: Quale modello economico vogliamo per Pisa? Qual è lo stato di salute attuale del mondo del lavoro in città e quali nuove traiettorie si possono immaginare?

In questi giorni è stato pubblicato uno studio dell’Irpet che mette in evidenza come in Toscana, e soprattutto sulla costa, il “boom del settore turistico è tra le cause dell’impoverimento del lavoro, soprattutto tra quelli più giovani”. Ci troviamo, dunque, di fronte a una convergenza di interessi preoccupante: il consolidamento di una sintonia tra il sindaco Conti e il rettore Zucchi con i presidenti di Confcommercio e Unione degli Industriali mette a rischio il futuro della città che dovrebbe basarsi su lavoro dignitoso e ad alto valore aggiunto, un tessuto produttivo e di servizi fatto di impieghi stabili, che puntino sull’innovazione e la conoscenza che si sprigiona proprio a partire dall’Università.

Aprire alla possibile trasformazione del Santa Chiara in Palacongressi rafforza un modello di sviluppo del quale, dati alla mano, già si contano i danni e i fattori di peggioramento: un settore turistico che genera lavoro povero, precarietà e sfruttamento.

Contro questo progetto la nostra controproposta partirà da una discussione aperta alla cittadinanza, dentro e fuori le istituzioni, per immaginare una destinazione diversa e ad uso pubblico per l’area del Santa Chiara. Porteremo avanti questo percorso con le stesse modalità di partecipazione attiva messe in campo per il progetto Degentrify Pisa sulla caserma Artale

Anche in questo caso in gioco è il modello di economia e di lavoro nella nostra città.

Francesco Auletta – consigliere comunale Diritti in comune: Una città in comune – Unione Popolare

Condividi questo articolo

Lascia un commento