Parco di San Rossore: spettacolo penoso. A rischio è la tutela di questo bene comune

Il nostro amato Parco Regionale di Migliarino – San Rossore – Massaciuccoli sembra non poter avere pace.

Assistiamo ancora in questi giorni, pur con i giochi praticamente fatti, ad un inutile e quanto mai dannoso trascinarsi di un limbo amministrativo non più giustificabile. Questa situazione poi lascia spazio ad uno spettacolo ancor più penoso di quello che aveva caratterizzato la fase delle candidature.

Ogni giorno dichiarazioni indignate di chi da una parte, regolamenti alla mano, invoca una scelta basata sui curricula dei candidati, come se già l’esperienza non ci avesse ampiamente dimostrato quanto questi non siano sufficienti a garantire capacità amministrativa; e dall’altra patetici risiko territoriali, costruiti sulle provenienze anagrafiche: ma davvero da questo dipende l’attenzione ai territori? Possibile che non ci si renda conto di quanto avvilente sia questa visione del ruolo di amministratore? Addirittura si arriva a minacciare di lasciare la Comunità del Parco come se fosse un club esclusivo di cui decidere se far parte: ma non si vergogna un Sindaco ad abdicare così esplicitamente al proprio ruolo? Sarebbe come dire: “d’ora in avanti mi occupo solo del centro storico, delle periferie residenziali non me ne interesso più”.

E drammaticamente, in tutto questo dibattito, nessuno che ci illustri le intenzioni della Regione Toscana: cosa sono chiamati a fare il nuovo presidente e il nuovo consiglio direttivo? Quale idea di parco dovranno perseguire? I profili dei candidati dovrebbero rispondere ad una visione e ad una conseguente strategia per il futuro, non sono neutri: una persona può essere più o meno adatta a seconda di quale sia il principale compito del mandato. Su questo purtroppo si registra l’assordante silenzio della Regione.

E invece è proprio di questo che dovremmo discutere, tutti insieme. Come tenere insieme le esigenze di tutela e conservazione con quelle di manutenzione, fruizione, servizio al territorio?

Gli amministratori non sono funzionari chiamati a fare progetti e determine: per quello il parco è già dotato di uffici tecnici che avrebbero soltanto bisogno di un indirizzo chiaro per svolgere al meglio il loro lavoro. Questo è il compito che dovrebbero svolgere gli amministratori. E per questo non ci interessa più di tanto conoscere la laurea o la vita professionale dei candidati, ma capire qual è l’idea di parco che si vuole realizzare nei prossimi anni, quali interessi si vogliono rappresentare. Si dovrà realizzare il nuovo Piano del Parco, ma per fare cosa? Negli scorsi mesi è stato presentato un Master Plan, che traccia alcune linee di indirizzo…sono condivise? Andrà attuato?

Se Pd e Lega, se Presidente della Regione e sindaci, se i candidati non rispondono a queste domande tutto il dibattito sui nomi risulta veramente inutile, meschino e tutto intorno ad un gioco di lottizzazione che non ha nulla a che vedere con gli interessi del Parco.

Una città in comune

Condividi questo articolo

Lascia un commento