Patronati, lavoratori raccolgono firme per bloccare i tagli

TIRRENO PISA Pagina: 12

Patronati, lavoratori raccolgono firme per bloccare i tagli

I lavoratori pisani di Acli, Inas, Inca e Ital (le quattro sigle che aderiscono al Cepa, Centro patronati italiani) hanno aderito alla manifestazione nazionale contro la finanziaria e hanno raccolto firme da spedire a Roma per chiedere al governo di modificare il testo. I lavoratori hanno protestato nel centro di Pisa, spiegando ai cittadini quali siano il ruolo e l’importanza dei patronati in termini di servizi ai cittadini.
Se passasse il disegno di legge così com’è, si tradurrebbe in un taglio di circa 300 milioni (tra minori erogazioni, aliquote di finanziamento e anticipi) e 8mila posti di lavoro.
In città i conti sono già stati fatti e i 45 dipendenti dei quattro patronati si dimezzerebbero; inoltre tutti i servizi di assistenza, consulenza e previdenza che ora sono svolti a titolo gratuito dovrebbero essere pagati dagli utenti, altrimenti non ci sarebbero le risorse economiche per portarli avanti.
L’oggetto del contendere è l’articolo 26, comma 10 della legge di stabilità: il fondo destinato ai patronati scende di 150 milioni; l’aliquota di finanziamento passa dal 22 al 14 per cento; e l’anticipo dello Stato crolla dall’80 al 45% già nel 2014. In totale la quota totale scende da 430 a 130 milioni di euro.
Ma i responsabili dei quattro patronati (Elisabetta Di Lorenzo – Acli; Filippo Scanio – Inas; Alessandro Gasparri Inca; Nadia Manzoni – Ital) evidenziano che non è un risparmio: «Il lavoro passerebbe a Inps, Inpdap e altri enti che noi abbiamo supportato in questi anni. Noi trasmettiamo online e gratuitamente tutte le pratiche; in futuro in quegli uffici serviranno persone che dovranno trascrivere a mano».
La conclusione: «Abbiamo creato una banca dati importantissima e abbiamo contribuito al dimagrimento degli enti pubblici. Dovrebbero dirci grazie».
Si può aderire anche online per chiedere di cambiare la legge: tituteliamo su facebook, #xidiritti su Twitter e www.tituteliamo.it sono i canali attraverso i quali la raccolta di firme prosegue in rete. (g. C.)

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