Per Pisa, Massa e Siena 29 candidati a sindaco. Città del Monte senza M5S

domenica
13 maggio 2018
Testata:
REPUBBLICA FIRENZE
Pagina:
I-V

Verso le amministrative

Parola d’ordine: frammentazione. Ai tre poli principali si uniscono nugoli di mini-formazioni

MASSIMO VANNI

Per adesso vince la frammentazione. Il tempo per la presentazione delle liste in vista delle elezioni del 10 giugno è chiuso: la scure è scattata alle 12 di ieri. E a conti fatti salta fuori che a Massa, Pisa e Siena, i tre capoluoghi toscani al voto, i candidati sindaci fanno boom. La bellezza di 29.

La politica debole moltiplica le liste e moltiplica anche i candidati sindaco. E rende sempre improbabile la vittoria di chicchessia al primo turno col 50% più uno dei voti, in una Toscana dove anche le ultime e tradizionali roccaforti del Pd, a stare ai dati delle politiche del 4 marzo scorso, sembrano vacillare.

A Massa sono ben 10 i candidati sindaci che si sfidano per la poltrona di sindaco. Numeri da record per la città fin qui governata dal Pd, dove il sindaco uscente Alessandro Volpi si ricandida sostenuto da Pd, sinistra, Arancioni e Mdp. E l’unico candidato, fra i tre capoluoghi, che può vantare un centrosinistra dietro di sè. Contro di lui il centrodestra compatto lancia Francesco Persiani, mentre i 5 Stelle puntano su Luana Mencarelli. Ma in lizza ci sono pure Sergio Menchini, sostenuto da una parte degli Arancioni, Nicola Cavazzuti di Potere al Popolo, Francesco Mangiaracina con una lista civica d’ipsirazione di destra, il centrista Pierpaolo Bertilorenzi, Lorenzo Pascucci con una lista ancora di destra, Marco Bondielli per il Partito comunista di Marco Rizzo e Andrea Biagioni sostenuto da una lista di area Rifondazione.

Sono 10 anche a Pisa. Dove il Pd si presenta da solo puntando sull’assessore Andrea Serfogli. Il centrodestra lo sfida con Michele Conti, mentre i 5 Stelle corrono con Gabriele Amore. Corrono però anche Maria Chiara Zippel con liste civiche d’orientamento centrista, il laico moderato Antonio Veronese, il centrista Raffaele Latrofa, la socialista Veronica Marianelli, Ciccio Auletta per la sinistra, Simonetta Ghezzani sostenuta da Sinistra italiana e quindi Paolo Casole per il Partito comunista.

È una frammentazione che certo non aiuta un Pd che si presenta da solo, dopo che ogni progetto di coalizione è naufragato. E mai come stavolta la città della torre appare oggi per il Pd come una battaglia incerta. Neppure a Siena però il Pd può dormire sonni tranquilli.

Nella città del Palio i candidati in lizza sono 9. Non proprio un pieno palio. Ma solo perchè, con una decisione che lascia esterrefatti gli stessi militanti, il Movimento 5 Stelle ha deciso di non autorizzare la candidatura di Luca Furiozzi. Di non presentare cioè la lista per le comunali, lasciando “orfani” i propri elettori. Ma anche così ne restano comunque tanti in corsa.

Anche qui, il sindaco uscente Bruno Valentini si ricandida con il solo Pd. Ed è difficile pensare che possa evitare la prova del ballottaggio. La domanda dunque potrebbe essere: chi sarà lo sfidante del sindaco nel duello finale che si giocherà il 24 giugno prossimo? Corrono l’avvocato Luigi De Mossi, sostenuto dal centrodesstra, Massimo Sportelli con le sue cinque eterogenee liste, l’ex sindaco Pierluigi Piccini, Alessandro Pinciani figlio della moglie dell’ex presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci, David Chiti con una lista di area centrosinistra, Alessandro Vigni con due liste di area di sinistra, Nadia Maggi con una lista espressione di alcuni settori cattolici e Sergio Fucito per conto di CasaPound.

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