Piani per migliaia di interventi «Manca una regia d’insieme»

martedì14 aprile 2015 CORRIERE DELLA SERA Pagina: 18

Piani per migliaia di interventi «Manca una regia d’insieme»

di Claudia Voltattorni

41 per cento Sono le scuole italiane con uno stato di manutenzione mediocre o pessima, secondo i dati di «Cittadinanzattiva». 1173 per cento presenta lesioni.

Gli incidenti Sono quelli avvenuti lo scorso anno, a studenti e personale, per «Cittadinazattiva», nelle scuole monitorate: in 94 casi è intervenuto il 118.

L’allarme sicurezza: danni s ali in 3 edifici su 4

Dovevano essere «belle», «sicure» e «nuove». Ma nel frattempo cadono a pezzi. «La situazione delle scuole italiane è assolutamente drammatica» ammette il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone. Ma l’elementare Pessina di Ostuni era stata appena rimessa in sesto e inaugurata lo scorso 7 gennaio. Dopo 4 anni di lavori. In gennaio, il soffitto è venuto giù a pezzi in un asilo a Sesto San Giovanni (una bimba di 3 anni ferita). Due mesi fa, l’intonaco è caduto a Pescara (3 studenti feriti). Un mese fa, calcinacci dal soffitto all’elementare Cirincione a Bagheria (Palermo): due bimbi feriti. «Vogliamo scuole sicure» ha sempre detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Quasi 4 miliardi di euro per farlo. Soldi che arrivano dai Fondi strutturali europei Pon e Por per sicurezza, efficientamento energetico, accessibilità, impianti sportivi, dai mutui della Banca Europea degli Investimenti (940 milioni di euro per quattromila interventi), dagli stanziamenti previsti dal disegno di legge della Buona Scuola. Molti lavori sono partiti, molti anche terminati. Il caso di Ostuni pone il dubbio su come però siano stati fatti.
Il piano edilizio scolastico del governo prevede oltre 17mila interventi da effettuare entro il 2015 (di cui 7.235 conclusi a fine 2014) per le #scuolebelle, come ama dire il premier: opere di piccola manutenzione, tinteggiature, ripristino degli edifici. Per accelerare questi interventi, il ministero dell’Istruzione distribuisce i fondi direttamente ai presidi che scelgono sul territorio le ditte cui affidare i lavori.
Perle #scuolesicure, ci sono messa in sicurezza e a norma degli edifici, oltre ad opere di manutenzione straordinaria: 550 i milioni di euro (Decreto del fare e Delibera Cipe) per 2.328 scuole. Fondi che arrivano anche da normative passate e ora sbloccati. Ci sono poi le #scuolenuove: realizzate dal nulla perché quelle presenti sono troppo cadenti per essere ristrutturate. Previsto il via dei lavori per 1.6oo costruzioni in 454 Comuni con un importo medio, per ciascun cantiere, di 5oomila curo. In più, il ddl Buona Scuola prevede altri 40 milioni per il 2o15 per indagini diagnostiche dei solai proprio per prevenire crolli.
Ci vorrebbe però, una visione d’insieme, anche nel fare i singoli lavori. Lo spiega Laura Galimberti, coordinatrice della Struttura di Missione per il coordinamento degli interventi di edilizia scolastica di Palazzo Chigi: «Ad Ostuni ci sono state opere di efficientamento energetico intervenendo su impianti e serramenti: è grave però che non si sia proceduto ad una verifica globale dell’edificio prima di riavviare la didattica». Bisogna, aggiunge, «superare la logica degli interventi spezzatino senza una visione d’insieme sulla struttura».
«Situazione drammatica». Lo conferma anche Cittadinanzattiva, che nel suo Rapporto su sicurezza, qualità e accessibilità delle scuole italiane dello scorso settembre parla di 3 scuole su 4 con danni strutturali e 4 su dieci con una manutenzione carente, se non inesistente: in un caso su tre, fotografa l’associazione, gli interventi strutturali non vengono effettuati. Forse qualcosa si muove, nonostante il Codacons denunci «scuole che cadono a pezzi senza che nessuno intervenga». Il prossimo 22 aprile nascerà l’anagrafe dell’edilizia scolastica dove tutti i dati delle scuole d’Italia saranno online visibili a tutti. Da mesi al Miur arrivano dalle Regioni informazioni sullo stato degli edifici scolastici, «una fotografia – dice Faraone a Corriere.it – delle strutture che ospitano gli studenti italiani in base ad agibilità, vetustà, tenuta: non ci sono state sorprese purtroppo, ma la situazione è davvero drammatica».

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