Piano Anticorruzione: molte criticità non risolte. I contributi di Diritti in comune

In questi giorni abbiamo depositato 7 contributi per l’aggiornamento del Piano triennale di prevenzione della corruzione del Comune di Pisa. Ancora una volta però evidenziamo pesanti limiti per quanto riguarda il tema della partecipazione della cittadinanza su un tema così cruciale soprattutto in una fase di emergenza come è quella in cui stiamo vivendo in cui questi fenomeni, come dimostrano i recenti rapporti della autorità competenti, diventano sempre più pervasivi.

E’ mancata ancora una volta una adeguata pubblicizzazione da parte del Comune, cosa accaduta anche nel passato. Basti pensare che l’anno scorso non è stato presentato alcun contributo: una spia preoccupante che avrebbe dovuto spingere l’amministrazione a fare uno sforzo nel coinvolgimento e nella discussione cosa che non è accaduta. Si è proceduto, invece, con i 30 giorni previsti dalla legge per presentare eventuali osservazioni, con in mezzo le vacanze di Natale e capodanno, per di più in una fase resa ancora più difficile dalla emergenza sanitaria, come se la partecipazione fosse un fatto burocratico di cui disfarsi il più rapidamente possibile.

Al contempo evidenziamo il fatto che le osservazioni dovrebbero riguardare il nuovo Piano e non quello in essere, cosa che sicuramente risulta essere di scarso senso anche in termini di motivazione alla partecipazione su uno strumento fondamentale per ogni ente locale, tanto più alla luce di quanto accaduto recentemente in Comune a Pisa

Non possiamo infatti non citare al riguardo alcuni episodi: da un caso di presunta corruzione nell’appalto della refezione scolastica nel gennaio del 2019 (che però nella analisi di contesto del Piano non compare), alla inchiesta ancora in corso che ha coinvolto alcuni dipendenti di importanti uffici comunali come quello della Edilizia Privata per il rilascio di autorizzazioni e della Polizia Municipale per quanto riguarda i controlli delle attività economiche nell’area di Piazza dei Miracoli.

In quest’ultimo caso abbiamo assistito, come da noi rilevato a più riprese, ad un abbassamento del livello di rischio da parte del Dirigente, nonostante le segnalazioni all’Autorità giudiziaria. Al fine di evitare che ciò si ripeta, abbiamo proposto che nel nuovo Piano, oltre ad una rivalutazione del livello del rischio per l’area di rischio “Attività ispettive e di controllo”, le valutazioni dei processi effettuata dai dirigenti venga accuratamente vagliata dal Responsabile Anticorruzione, e la conferma o meno delle valutazioni dirigenziali sia resa nota nel PTCTT con adeguata motivazione.

Queste inchieste hanno, infatti, messo in evidenza il mancato funzionamento dei meccanismi di controllo nella macchina comunale, in materia di prevenzione della corruzione. Non è la prima volta che questo accade, anzi. Carenze nei controlli sugli iter, proprio nel settore dell’edilizia privata, si erano già palesate con lo scandalo delle fideiussioni tossiche, scoperte dal nostro gruppo consiliare.

Serve, quindi, una analisi approfondita, proprio a partire dai settori coinvolti in questa inchiesta, per capire cosa non ha funzionato e cosa ha reso possibili situazioni come quelle rilevate dagli inquirenti, fino al presunto scambio di mazzette negli uffici comunali. Ed è questo uno dei nodi fondamentali che dovrebbe essere al centro della discussione del nuovo Piano Anticorruzione e di cui invece non si trova traccia.

L’approvazione del piano anticorruzione non può stare dentro una logica esclusivamente formale e burocratica, che è del tutto insufficiente, visto che le misure in esso previste si sono rilevate inadeguate a prevenire fenomeni di mala amministrazione. Ma anche di questo nessuno parla.

Riteniamo anche che occorre investire molto di più sulla formazione del personale e per questo abbiamo presentato un contributo affinché venga inserita e programmata un’adeguata attività di formazione specifica in materia di etica ed integrità, anche avvalendosi dell’Osservatorio per lo studio e la promozione di attività finalizzate al contrasto di fenomeni di illegalità concretizzando la misura anticorruzione con un ordine di priorità che tenga conto delle Aree e dei livelli di rischio.

Infine non possiamo non rilevare come ad oggi ancora l’amministrazione non abbia messo a disposizione risorse e anche una sede a disposizione dell’Osservatorio per il suo funzionamento che stenta a diventare operativo, e a poter svolgere così quelle importanti funzioni per cui è stato istituito, tra le quali anche l’espressione un parere preventivo sul piano anticorruzione predisposto dal Responsabile Anticorruzione, con indicazione di contenuti o misure di prevenzione da inserire nel piano stesso.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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