Piano del paesaggio è lo scontro finale

giovedì 26 giugno 2014, REPUBBLICA FIRENZE Pagina: I-III

Piano del paesaggio è lo scontro finale

SCONTRO finale sul Piano del paesaggio, che stamattina verrà votato nella commissione Ambiente regionale. Il documento dell’assessore Marson, benché “edulcorato’ rispetto alla versione originaria, non convince le imprese del marmo delle Apuane che temono ripercussioni sulla loro attività. Gli ambientalisti guidati daAsor Rosa lanciano l’allarmee raccolgono 60milafirme online per «salvare le montagne».

Asor Rosa, Montanari, Baldeschi e la Rete dei comitati si schierano a difesa del piano
dell’assessore Marson che prevede nuove regole sulle cave di marmo. Stamani la commissione decide

LE CAVE sulle Apuane, divenute l’emblemadella battagliain nome della difesa del territorio, oppongono in queste ore ambientalisti e imprese del marmo. Il ring dello scontro è la commissione Ambiente del consiglio regionale che stamattina – dopo diversi rinvii – dovrà votare il Piano del paesaggio firmato dall’assessore Marson. Un provvedimento, concordato col ministero dei Beni culturali il 24 dicembre scorso, che nella stesura originaria fissava regole rigidissime per le attività estrattive, in particolare dentro il Parco delle Apuane dove erano previste prescrizioni sulle cave che avrebbero portato alla chiusura di circ a un terzo delle miniere, almeno secondo i calcoli degli industriali del settore. Le proteste e le polemiche scatenatedaqueltestohanno portato Marson, che si è confrontata con sindaci e aziende, a modific are il Piano più volte fino a dettare regole per la valutazione di impatto ambientale per autorizzare le future escavazioni e a introdurre un classificazione delle cave. Neppure questa versione convince Confindustria, che sostiene che le nuove norme metteranno a repentaglio «il futuro di 2mila aziende toscane del settore, con un volume di affari di 2 miliardi, di cui 700 milioni rappresentati dall’export, e 10n-ila posti di lavoro». Numeri contestati da Eros Tetti del comitato
“Salviamo le Apuane” che in due giorni ha già raccolto oltre 60m i l a f irme per l a p etizi one on line che chiede di sospendere ogni attività sulle montagne della Versilia:: «I dipendenti delle cave secondo l’ultimo censimento ufficiale che risale al 2000 erano 614, il ricatto occupazionale va smascherato», assicura. Al suo fianco si schierano Alberto Asor Rosa, il presidente della Rete dei comitati per la difesa del territorio Mauro Chessa, lo storico dell’arte Tomaso Montanari e il docente universitario di Architettura Paolo Baldeschi. «Lalobbydelle imprese marmifere in queste ore sta facendo un forte pressing sui consiglieri regionali per non far approvare il piano», spiega Baldeschi. Chessa cerca di rendere l’idea del fenomeno: «Quattro milioni di tonnellate di marmo sono l’equivalente di 144 chilometri di autobus incolonnati, uno sproposito».
Montanari difende l’ assessore regionale Marson che firma il Piano: «Non c’entra niente tirare in ballo Michelangelo in questa storia, lui non avrebbecerto condiviso lo sfruttamento delle cave per fare dentifrici, ghiaiae vasche da bagno per miliardari sauditi. LeApuane, così come la Val di Susae il centro storicodell’Aquila, sono un problema nazionale, che riguarda la nostra democrazia, il rispetto dellavolontà popolare». Asor Rosa prevede conflitti sempre più aspri nell’immediato futuro: «Le Apuane devono diventare una vicenda esemplare per guidare le scelte nellagiustadirezione».
Gli replicano i tre parlamentari toscani del Pd Dario Parrini, Raffaella Mariani e Andrea Marcucci: «Oggi è possibile coniugare l’ attività estrattiva con il rispetto dell’ambiente, non ci sono i barbari alle porte». Nella commissione ambiente del consiglio regionale stamattina il Pd approverà il Piano dove sono stati accolti gli emendamenti proposti da Pellegrinotti: «per garantire che nessuna cava chiuderà pur rispettando i vincoli di tutela del parco».

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