Piano del paesaggio la tregua Marson-Pd si gioca sulle Apuane

REPUBBLICA FIRENZE Pagina: I-II

Piano del paesaggio la tregua Marson-Pd si gioca sulle Apuane

Salvaguardia a oltranza o profitto: il governatore impone la “pax Rossiana”. Possibile ampliare le cave fino al 30% altrimenti interverrà una commissione regionale di esperti.

PIANO del paesaggio, Enrico Rossi impone lapace. Tralalineadellatutela ad oltranza del suo assessore Anna Marson e quella della difesa del profitto interpretata dal Pd toscano, il governatore sceglie la via di mezzo. E a quattr’occhi chiede al suo assessore di condividerla e deporrele armi: «Abbiamoraggiunto un punto d’equilibrio più avanzato», annuncia ieri con l’aria di chi è riuscito araggiungerel’armistizio. Due paginette sono il punto d’approdo della mediazione tra il maxi emendamento Pd e il piano Marson: le cave di marmo potranno essere ampliate senza “Via” fino al 30% della superficie. Una commissioneregionale saràchiamata adecidere su ampliamenti maggiori.

Piano dei paesaggio, il governatore Enrico Rossi impone la ‘pax rossiana’. Tra la linea della tutela ad oltranza del suo assessore Anna Marson e quella della difesa del profitto interpretata dal Pd toscano, il governatore sceglie la via di mezzo. E aquattr’occhi chiede al suo assessore di condividerla e deporre le armi: «Abbiamo raggiunto un punto d’equilibrio più avanzato», annuncia a fine mattinata con l’aria di chi è riuscito a raggiungere l’armistizio. «Un punto d’arrivo per tutti», aggiunge sventolando due paginette contenenti le correzioni al maxi emendamento del Pd che modificava il testo adottato a luglio e oggi in vigore. La battaglia è finita, è il messaggio. Almeno dentro il palazzo. Perchéfuorigliambientalisti, convinticheil «partito del mattone» abbia saputo farsi largo, sono ancora sul piede di guerra.
«Tenere insieme lavoro, profitto e bellezza», ripete appagatoRossi afinemattinata.Al suo fianco però c’è una sedia vuota: l’assessore non c’è. Non si è presentata a siglare pubblicamente l’armistizio: «Non c’è perché questavicenda l’ho avocata io» , ci mette una pezza il governatore. Offrendole comunque l’onore delle armi: «Ho scelto e tenuto l’assessore M arson perché è un grande tecnica, che con il suo carattere anche impolitico ha dato un contributo importante alla svolta che in Toscana pensavo di dover fare contro il consumo di suolo e sul fronte del paesaggio». Un’grande tecnico’, anche se poi ha dovuto prendere in mano carte ed elaborati per trovare la via d’uscita da un conflitto che va avanti da una decina di giorni. Un conflitto che rimobilitato i movimenti ambientalisti come non si vedeva dai tempi dal 2006, dalla ‘speculazione di Monticchielló . «Gli ambientalisti? Tutta gente che non ha letto il Piano», taglia corto Rossi.

LE DIRETTIVE DEL Pano non 51 TOCCANO

La via di uscita si è giocata tutta sulle direttive del Piano e sulle Apuane: «E chi aveva posizioni estreme resta deluso, perché finché sarò in Regione non mi piegherò a chi vuol fare come gli pare o a chi vuole chiudere le cave», dice Rossi. Speculatori e ambientalisti sono avvertiti. «Noi siamo per regole e incivilire il settore», aggiunge. La parte delle direttive, cioè la «nomenclatura del Piano», non si tocca, anche se il Pd ci aveva provato: «Non avrei mai consentito che si potesse mettere in discussione la nomenclatura», sbotta ii governatore a difesa di Marson. In compenso sulle Apuane, «dentro il perimetro già autorizzato, saranno possibili ampliamenti delle cave esistenti fino al 30% della superficie per un massimo di 3 anni», spiega il governatore. Della serie, ampliamenti possibili a patto che non si superi una certa quantità, che non si cambi la configurazione della cava. Perché in questo caso, scatterà l’obbligo diunavalutazione paesaggisticachenon si fermerà agli uffici del Comune, ma tornerà direttamente alla Regione.

COMMISSIONE DEL PAESAGGIO

E’ questa una delle novità introdotte dal’1odo Rossi’: l’istituzione di una Commissione regionale sul paesaggio, composta da esperti, che sia in grado «di valutare l’impatto delle richieste di un certo rilievo, riguardanti comunque le estrazioni al di sotto dei 1.200 metri di altitudine». E sarà proprio la Commissione – che configura nei fatti una ricentralizzazione del processo decisionale rispetto ai livelli comunali – l’organo titolato ad esprimersi quando si tratterà di decidere su eventuali nuovi fronti di cava o su nuove g allerie finalizzate all’estrazione: «Quello della commissione sarà un parere determinante per il rilascio dell’autorizzazione», tiene adireilgovernatore Rossi.
Sopra i 1.200 metri però neppure la commissione potrà mettere bocca. Niente nuove cave, è la regola ineludibile. «Niente vette tagliate», aggiunge Rossi. Anche se si potrà intervenire sulle cave esistenti «a patto che l’intervento sia funzionale ad un piano di recupero», puntualizza il governatore. Che ha postola sua firma sotto i1 testo presentato della maggioranza che verrà discusso il 5 marzo nella commissione ambiente e i110 votata in Consiglio regionale (il vertice di maggioranza è spostato domani).
Nella stessa seduta del 10, però, prima ancora del Piano del paesaggio verrà votata la legge sulle cave. Che secondo il governatore servirà «a contenere l’impatto delle attività estrattive e a spingere la lavorazione del marmo sul posto per creare maggiore occupazione». Tanto che alle imprese verrà chiesto di presentare, entro 2 anni, un Piano di sviluppo industriale, anche questo destinato a passare al vaglio di una commissione ad hoc. In pratica la stipula di un ‘Patto’, come l’ha chiamato lo stesso Rossi. E solo dopo la valutazione la Regione deciderà se prolungare la concessione (7 o 9 anni, non è stato ancora stabilito): «Ci sono già due imprese, una piccola e una grande, pronte a presentare il piano industriale», spiega il presidente toscano.
Del resto Rossi chiede proprio questo alle imprese, di impiegare i soldi nel territorio «non per mettere una zeppa sotto il tavolo che traballa, come si dice a Carrara». I piani industriali saranno però controllati. Perché Rossi annuncia «ispettori regionali che controlleranno il rispetto delle concessioni». Così che il presidente toscano può alla fine affermare: «Abbiamo portato in fondo una grande opera di chiarimento e di sottrazione ad interpretazioni arbitrarie. D’altra parte il nostro dovere è quello di regolare questa materia, di fare in modo che si esca dalla discrezionalità», rivendica il governatore. Che alla fine, con la sua via di mezzo, ha da una parte difeso l’impostazione marsoniana delle direttive, ma ha preso a base le ragioni dell’impresa sollecitate dal Pd, aggiungendo un surplus di elementi regolativi rispetto al testo del maxi emendamento.

Almeno per quanto riguarda le Apuane. Perché sui litorali, le spiagge e le fasce lungo le direttrici autostradali Rossi sposa per intero la linea del Pd interpretata dal consigliere regionaleArdelioPellegrinotti. Saranno ammesse attività temporanee e rimovibili sulle spiagge e saranno consentiti ampliamenti delle strutture ricettive nella fascia compresa entro i 300 metri dal mare. Saranno anche possibili nuovi insediamenti produttivientroi 150metridalleautostrade.

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