Piano del Parco: il Presidente Bani venga in commissione

Uno dei primi atti che abbiamo depositato da quando è iniziata la consiliatura è l’audizione del presidente del Parco di San Rossore, Lorenzo Bani, in prima commissione consiliare permanente sul Piano del Parco.

Già nei mesi scorsi, prima che finisse la passata consiliatura avevamo chiesto la stessa cosa con il Presidente Bani che si era rifiutato di presentarsi.
È semplicemente inammissibile che si discuta ovunque del Piano tranne che nel consiglio comunale.

Si sta così riuscendo nel capolavoro di trasformare una discussione storica per la nostra comunità su tutela ambientale, sicurezza del territorio, paesaggio e biodiversità, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, economia sostenibile, produzione di cibo di qualità, in una gazzarra, in cui le maggiori forze politiche del centrodestra e centrosinistra giocano il triste ruolo di accodarsi a chi pensano che li possa maggiormente garantire in termini di consenso.

Anche la Regione Toscana non si smentisce e, se da una parte dà mandato all’Ente di realizzare il nuovo piano, dall’altra non garantisce le risorse adeguate né prospettive per il futuro nel contesto regionale.

Noi, lo chiariamo ancora una volta, stiamo dalla parte del Parco, per la sua integrità e per l’allargamento della sua influenza su tutto il territorio della pianura costiera, dalla Versilia a Livorno. Ribadiamo le nostre critiche su come è stato condotto fin qui il percorso partecipativo, e per questo chiediamo all’Ente, per il suo bene, di ripartire da un confronto ampio e capillare sugli obiettivi di fondo del Piano, ma lo facciamo per rilanciare il ruolo che deve avere, non per limitarlo.

Siamo convinti che la nuova pianificazione debba parlare ad un territorio molto più ampio di quello del Parco e che debba proporsi come un’opportunità per tutta la comunità: non solo per la tutela ambientale ma anche come occasione per favorire uno sviluppo economico a tutte le attività che fanno della sostenibilità il loro punto di partenza. La conservazione di preziosi habitat al suo interno infatti, per quanto rappresenti il primo obiettivo statutario dell’ente, non basta più: abbiamo bisogno di partire dal potenziamento delle tutele ambientali su tutto il territorio per darci la possibilità di combattere il cambiamento climatico

Anche per Coltano, oggetto della discussione, stare nel Parco è l’unica possibilità per avere un futuro di qualità. Ma a questo fine non può bastare una riga su una carta: serve invece una programmazione politica e economica da parte di tutte le istituzioni, fino ad oggi totalmente latitanti.

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