Piano Operativo Comunale: fermare le nuove edificazioni. Infrastrutture verdi e riuso contro l’emergenza climatica.

Domani, lunedì 13 novembre in Consiglio Comunale partirà il procedimento del Piano Operativo Comunale (POC), lo strumento che disciplina l’attività urbanistica ed edilizia nel territorio comunale dando attuazione alle trasformazioni previste nel Piano Strutturale Intercomunale (PSI), che prevede cementificazioni ovunque e su cui quindi – unica coalizione – abbiamo votato contro.

Nei giorni scorsi abbiamo avuto chiari sotto gli occhi gli effetti devastanti delle politiche che hanno previsto un costante e continuo consumo di suolo, eppure la proposta di POC conferma la linea con una pesante mole di nuove edificazioni, aggravando così situazioni già critiche, alla faccia dell’emergenza climatica e ambientale. Si confermano le previsioni più disastrose e impattanti ereditate dalle precedenti amministrazioni, come la Cittadella Aeroportuale, e non si affrontano le sfide epocali sollevate dal cambiamento climatico, prima fra tutte in ambito urbano la mobilità e la riduzione del carico di auto, prevedendo invece decine di migliaia di metri quadri di nuovi parcheggi.

Il POC, anche se è uno strumento attuativo, dà la possibilità di adattare le previsioni strategiche alle condizioni che si verificano sul territorio. E’ quindi un’occasione da non perdere per ripensare certe scelte: siamo ancora in tempo e per questo presenteremo proposte di modifica radicale della bozza in discussione con obiettivi molto precisi:

1) attuare scelte di contrasto e adattamento ai cambiamenti climatici, per gestire adeguatamente i fenomeni meteorologici più intensi ed improvvisi, tutelare e possibilmente aumentare la permeabilità del suolo, ridurre drasticamente il consumo di suolo, creare reti ecologiche e infrastrutture verdi-blu, aumentare il verde e gli alberi ad alto fusto, anche nei tessuti urbani.

2) promuovere e dare attuazione esclusivamente a previsioni, progetti ed azioni che hanno come oggetto la realizzazione e la riqualificazione dei parchi territoriali, del verde urbano e delle reti ambientali ed ecologiche, escludendo dalle previsioni del POC tutte le azioni ed i progetti che comportano consumo di suolo sia nel territorio urbanizzato sia nel territorio rurale nonché tutte le azioni ed i progetti che aggravano le pressioni sulle risorse ambientali e determinano l’aumento delle emissioni climalteranti.

3) promuovere e dare attuazione esclusivamente a previsioni, progetti e azioni di recupero, riuso e rigenerazione, escludendo la nuova edificazione ed il consumo di nuovo suolo, urbano ed extra-urbano.

In base ai dati del 10° Rapporto ISPRA sul consumo di suolo in Italia, nel 2022 a Pisa è stata superata la soglia del 7% di suolo consumato (la tabella indica per l’esattezza 7,00047%). Gli ettari totali di suolo consumato sono in totale 17.120,78, con un incremento nel solo 2022 di 38,5 ettari. Per questo proponiamo che nel POC si dia attuazione esclusivamente agli “INTERVENTI ESTERNI AL TERRITORIO URBANIZZATO” classificati come “Sistema Integrato del Verde” e che al contempo si dia attuazione esclusivamente agli interventi interni ed esterni al territorio urbanizzato che rientrano nella categoria del “Riuso”, escludendo qualsiasi intervento di “Nuova Edificazione.

Serve, infine, cancellare anche previsioni del tutto sbagliate come quella della Cittadella Aeroportuale e della Tangenziale Nord-Est, un’altra grande opera che distruggerà il nostro territorio aumentando i problemi di traffico ed inquinamento, al posto della quale noi prospettiamo un grande parco agricolo della piana pisana.

Occorre utilizzare il POC per cambiare rotta e andare verso una pianificazione urbanistica opposta a quella fatta negli ultimi 20 anni, che metta al centro non solo la salvaguardia ma l’ampliamento delle aree verdi sia nell’abitato sia intorno alla città, ripristinando anche dove possibile suolo libero da destinare a verde. Serve investire su una vera e propria infrastruttura verde che innervi l’intera città e che contempli un uso di specie arboree e arbustive, oltre che di tappeti erbosi, in grado di creare una connessione il più possibile continua tra le aree verdi già esistenti o in via di costituzione. Queste sono le uniche infrastrutture che potranno salvarci dai cambiamenti climatici già in atto.

Ciccio Auletta – consigliere comunale Diritti in comune: Una città in comune – Unione Popolare

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