«Piattaforma Europa si è divorata la sabbia di Calambrone»

mercoledì
27 giugno 2018
Testata:
TIRRENO PISA
Pagina:
VII

Legambiente Pisa punta il dito sulla grande opera livornese. Fino a 20 metri persi di spiaggia proprio durante i lavori

di Donatella Lascar

PISA

Ora che è stato terminato il primo pennello della Darsena Europa alla bocca dello Scolmatore e che la costa del litorale comincia a cambiare repentinamente, si torna a parlare di gran di opere e rischi per l’ambiente e l’economia.

Agli stabilimenti di Calambrone nel giro di pochi mesi sono scomparsi decine di metri di arenile, in uno addirittura 20 e il tutto ha coinciso con la conclusione dei lavori al primo pennello della Piattaforma Europa, progetto di grande rilievo sul porto di Livorno. E un caso? Secondo i titolari degli stabilimenti interessati dall’erosione è molto probabile che le due cose siano collegate e a dargli ragione c’è Legambiente Pisa che ha lanciato da tempo l’allarme nei confronti di quest’opera mettendo in dubbio anche i presunti vantaggi economici per la comunità.

La storia ha dimostrato che anche piccole variazioni del profilo della costa possono provocare conseguenze notevoli e imprevedibili e quindi, partendo da questi presupposti, la preoccupazione per la prevista costruzione della Piattaforma Europa, il molo nel porto di Livorno che con dighe foranee si stacca dalla costa per quasi due chilometri, è ampiamente giustificata. Enzo Pranzini, docente di Geografia fisica e geomorfologia della Università di Firenze, che si occupa da decenni della costa pisana, avverte che i rischi esistono e che per capire cosa può succedere servono studi approfonditi e autonomi oltre a quelli presentati da chi propone l’opera. Studiare per sapere sembra una proposta di assoluto buon senso oltre che scientificamente corretta, sostiene in una nota Legambiente Pisa, che prosegue sostenendo che la realizzazione dello studio proposto deve essere un impegno prioritario della prossima amministrazione comunale.

Anche il presidente di Confesercenti Litorale Alessandro Cordoni, ha suggerito di riprendere il monitoraggio banchinometrico della costa del litorale. L’allarme erosione è un fenomeno reale che coinvolge tutte le coste del mediterraneo comprese quelle italiane e la Toscana non fa eccezione tanto che, nel caso specifico, a Marina si è dovuti intervenire con la realizzazione di opere anti erosione come le spiagge di ghiaia per salvare l’abitato. Per secoli la costa toscana, in corrispondenza delle foci dei fiumi come l’Amo, è avanzata formando ampi arenili ma da centocinquanta anni arretra inesorabilmente. I motivi di allarme non mancano e allora, sempre secondo Legambiente,
se la situazione è critica non dobbiamo aiutare con opere artificiali le forze della natura che mettono a rischio ambienti di grande valore naturalistico, paesaggistico ed anche economico. Sarebbe cosa triste che il bagnante, seduto nell’ultimo metro rimasto della spiaggia di Tirrenia, guardando a sud vedesse solo centinaia di metri di navi con pile di container alte come un palazzo di dieci piani.

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