Pisa capitale della reazione patriarcale

Ormai è un fatto: periodicamente e, purtroppo, con frequenza crescente siamo costretti ad occuparci dei provvedimenti che la maggioranza di destra pisana assume avallando l’integralismo religioso col suo inevitabile seguito di conservazione liberticida e misoginia.

 

Ogni volta tocca allungare il riassunto delle puntate precedenti: il crocifisso nelle sale istituzionali del Comune, il presepe nelle scuole di competenza comunale, l’accoglienza in pompa magna del Ministro della Famiglia Fontana, il patrocinio al convegno sulle ‘culle vuote’ con il leader del Family Day Gandolfini… Insomma, la commistione tra le idee reazionarie tipiche della destra e il fondamentalismo cattolico, che lì trova la sua linfa vitale, pare a questo punto un fatto acquisito per questa maggioranza. Anzi, si compatta nelle sue componenti proprio nell’attacco alla laicità delle istituzioni. Se tutto ciò si aggiunge al persistente annullamento della discussione democratica, alla continua forzatura dei tempi e momenti decisionali, il risultato non può che essere esiziale.

 

E così martedì, nel corso del Consiglio comunale, è stata presentata una mozione urgente, senza peraltro motivare così come consuetudine, l’urgenza, a sostegno della ‘famiglia tradizionale’ e del Congresso Mondiale delle Famiglie. Congresso che andrà in scena a Verona nel prossimo fine settimana e che vedrà, cosa gravissima, la partecipazione di tre ministri. Approvata l’urgenza. Approvata la mozione.

 

Lontano dall’attualità della società, dalla realtà delle persone, dal loro sentire, dal loro vivere civile, nonché dal buon senso, il termine ‘famiglia tradizionale’ suona misero e ridicolo. Un concentrato di ottusità, di ipocrita conservatorismo, di strumentale moralismo. Un termine che dietro la retorica ‘pro-famiglia’ nasconde la volontà, da parte di chi lo utilizza con tanta enfasi, di imporre leggi liberticide, che criminalizzano le unioni civili, l’aborto, il divorzio, insomma tutti quei diritti laici conquistati con fatica, dopo mille battaglie. In questo caso, la paura innescata (la destra ha sempre bisogno di paure per la sua propaganda!) è quella di un paventato crollo demografico, da attribuirsi alla volontà di affermazione e autodeterminazione delle donne e alla loro liberazione sessuale. Da qui l’intento, determinato e ossessivo, di riportarci in una società patriarcale, in cui gli uomini impongono le loro leggi e il loro dominio sulla vita e sui corpi delle donne. Ma, sia chiaro, questa società, che vorrebbero imporci i gruppi politici e le associazioni che presenzieranno all’orrore di Verona, è una società liberticida per tutti e tutte. E’ una società che vede l’oscuramento di ogni libertà e diritto civile, in nome di un credo religioso che vorrebbe dominare il nostro vivere, le nostre relazioni, le nostre emozioni.

 

Per questo è quindi particolarmente grave l’approvazione martedì nel Consiglio comunale di Pisa (unico comune fino ad adesso in cui ciò si è verificato) della mozione ad oggetto: “Sostegno alla famiglia tradizionale e al Congresso Mondiale delle Famiglie”, il cui incipit non lascia spazio a dubbi: “la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna rappresenta l’istituzione naturale aperta alla trasmissione della vita”. Le donne viste dunque unicamente nel loro ruolo riproduttivo, su cui in gli uomini potranno di nuovo porre il loro dominio. Ed è anche molto grave che da Pisa, con una forzatura istituzionale oltretutto, arrivi il sostegno al Congresso di Verona, dove si ritroveranno i più violenti movimenti antifemministi, supportati da integralisti cattolici e gruppi neofascisti, che in quella città storicamente si incrociano e si relazionano.

 

Il brutale e diffuso attacco alla laicità dello Stato e delle sue istituzioni, richiede, da un lato, un grosso sforzo da parte di tutti coloro che ne percepiscono la pericolosità per i diritti di tutte e tutti, dall’altro, un forte senso di responsabilità da parte di chi ha in mano leve decisionali che possono avallare questa deriva. Per questo, come già ribadito, la decisione della Regione Toscana di finanziare associazioni antiabortiste va purtroppo in questa direzione. A testimonianza che, oltre che dalla sua intrinseca natura, l’integralismo religioso cattolico trae rischiosità sociale dal suo trasversalismo.

 

Siamone consapevoli.

 

Diritti in comune: Una città in comune, Rifondazione Comunista, Possibile

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