Pisa è antifascista: ecco perché abbiamo lasciato la seduta del consiglio comunale del 2 febbraio

“Abbiamo abbandonato l’aula perchè quello che è successo oggi nel massimo consesso cittadino è un affronto verso la città intera e i principi che la hanno sempre contraddistinta e che ci permettono proprio a tutti noi di sedere lì dentro” – affermano i capigruppo Trapani (PD), Auletta (Diritti in Comune), Amore (M5S) e Veronese (Patto civico) dopo il voto in aula da parte della maggioranza (esclusa Forza Italia) contro la richiesta delle minoranze di discutere la mozione dal titolo “Pisa città dei valori e della resistenza antifascista e dei principi della costituzione repubblicana”.

“Il voto contrario – affermano i capigruppo – è un atto ostile verso la città e verso quello che solo poche ore prima era successo con il conferimento della laurea honoris causa alla Sen. Segre da parte dell’Università di Pisa. Proprio in questo consiglio comunale, aperto dal Presidente con un cenno all’importante riconoscimento dell’Università alla Senatrice, e seguito da una comunicazione di Trapani sull’importanza della firma e della diffusione della proposta di legge di iniziativa popolare lanciata dal sindaco di Stazzema, si è arrivati a un voto senza precedenti. Nella mozione urgente si ribadiva “l’importanza di promuovere iniziative culturali in collaborazione con le scuole e nei luoghi di aggregazione affinche sia mantenuta una memoria storica della resistenza e dei valori che la hanno animata, alla necessità della promozione di iniziative per portare all’attenzione il problema dei nuovi fascismi e dell’intolleranza razziale, alla sensibilizzazione della popolazione sul significato dell’iscrizione all’anagrafe antifascista e la conoscenza dei fatti di Stazzema, all’impegno per promuovere la firma della proposta di legge. La maggioranza ha votato ben due volte contro; la prima volta senza intervenire, la seconda volta alludendo al fatto che ci sarebbero altre forze fuori dal consiglio da includere nella discussione e che serviva tempo. La domanda è: serve tempo per dire se siamo d’accordo che quello che è successo durante il fascismo, i morti e le violenze, l’annullamento della dignità e delle libertà che ben sono state ricordate nella giornata della memoria, è una vergogna da non far più ripetere? Il fatto grave è anche il voto contrario del Presidente del Consiglio in assenza del sindaco che invece la mattina aveva elogiato davanti al rettore e alla Segre proprio l’azione del Comune e del consiglio per la memoria. Il problema però sta proprio lì: la memoria non è nulla se non viene coltivata con atti concreti a partire proprio dalle istituzioni che non possono voltarsi dall’altra parte o spendere parole “buone” solo durante le celebrazioni.”

Condividi questo articolo

Lascia un commento