Pisa, elezioni senza candidati

8 aprile 2018 Telegranducato.it

Pisa, elezioni senza candidati

L’impasse romana, quella che continua nonostante le proposte per sbloccarla di Di Maio e Salvini, condiziona forse più del previsto anche le vicende toscane e lo sprint per la scelta dei candidati per le elezioni comunali del 10 giugno.

Il Rosatellum, si sa, non ha portato a nulla di definito. Ci ha consegnato una coalizione fortissima (il centrodestra), una lista votata oltre ogni previsione (il Movimento 5 Stelle) e un Pd indebolito, ridotto ai minimi. Però nessuno può governare da solo e lo scacchiere è ancora in movimento. Così tutti aspettano, contando anche che di qui al voto restano due mesi. La situazione più ingarbugliata oggi appare quella di Pisa.
Il Partito Democratico, all’ombra della Torre, ha deciso di non decidere.
Nelle ultime riunioni (di cui a volte perdiamo persino il conto) non è stata raggiunta la maggioranza per fare il regolamento delle primarie, quelle che chiedono a gran voce Serfogli, Filippeschi e le liste civiche della maggioranza attuale.
Non c’è però neppure un’opposizione netta: a fronte di 50 favorevoli, ci sono stati solo due contrari (49 si sono astenuti). Così chi è favorevole presenta il ricorso e chiede l’applicazione dello statuto nazionale, che le primarie le prevede. Ci saranno davvero? Vedremo cosa risponderanno i reggenti del Pd toscano e soprattutto la segreteria nazionale (che farebbe volentieri a meno di un altro caso come questo). La sensazione è che i gazebo per le primarie ci saranno, probabilmente il 29 aprile. Nel pomeriggio di domenica 8 aprile è intervenuto con una nota anche il segretario della Federazione, Massimiliano Sonetti: “faccio appello alla responsabilità di tutti per il bene della città. È solo attraverso l’unità di tutto il centrosinistra che possiamo essere competitivi a giugno – scrive Sonetti – come dirigenza provinciale intendiamo continuare sulla strada dell’inclusività”.
Ma anche gli altri non decidono
Le cose non sono più tranquille neppure nel centrodestra, però. E qui le variabili sono due: cosa accade a Roma e cosa accade a Cascina.
Partiamo dalle tensioni nella giunta della sindaca Ceccardi. La defenestrazione dell’assessore Logli di Forza Italia ha svelato un’infinità di asprezze, polemiche, maldicenze che rischiano seriamente di incrinare la leadership della Lega, capace un mese fa di far eleggere in Parlamento addirittura tre sue candidate. A sorpresa, mentre diminuiscono le possibilità di Michele Conti, spunta addirittura un’ipotesi Veronese. Probabilmente è solo una montatura, ma certo nei giorni scorsi proprio Veronese ha incontrato Susanna Ceccardi.
L’asse rinsaldato (almeno all’apparenza, perché il vertice di queste ore ad Arcore ha avuto un esito contraddittorio) tra Salvini e Berlusconi (e anche la Meloni, in realtà) fa pensare che anche a Pisa e in tutte le altre città toscane prevarrà il buon senso. E quindi un’alleanza che potrebbe esprimere un candidato ancora diverso.
E i 5 stelle? Tutto fermo, ancora. Con un’incertezza che in questo caso è tutta romana. La consigliera Antoni, che era candidata cinque anni fa, a mezza voce, sembra confessare un certo disagio per il ritardo della scelta. E sono due i candidati in ballo.

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