Pisa, le prime due mosse di Conti. Stop alla moschea e agli allusivi

martedì
26 giugno 2018
Testata:
CORRIERE FIORENTINO
Pagina:
5

Primo comizio dal balcone del Comune per il candidato scelto dallaLega: «Cambiamo la città»

Pisa «Oggi è il nostro 25 aprile!». Ma al comitato elettorale di Michele Conti, candidato del centrodestra, non parte «Bella ciao». La festa è iniziata quando il conteggio non ufficiale incoronava il candidato leghista già primo cittadino: a due terzi di sezioni scrutinate, era già troppo il distacco col suo avversario del centrosinistra, Andrea Serfogli. Cori da stadio, «We are the champions», urla di giubilo e bandiere di Lega, Forza Italia e Fdi, hanno «scortato» Conti al Comune (con qualche scaramuccia verbale con alcuni militanti di sinistra). «Dacci le chiavi, Marchino», hanno urlato i militanti vittoriosi fuori da Palazzo Gambacorti, riferendosi al sindaco uscente Marco Filippeschi.

Conti ha vinto con il 52,29%, cioè 20.692 elettori: quasi 2 mila in più di Serfogli. Il 70% dei voti del M5S al primo turno e la quasi totalità di quelli per il «civico» di destra Raffaele Latrofa sono andati a Conti. Il Carroccio avrà 15 consiglieri comunali su 32. Una vittoria celebrata da Conti, a mezzanotte e quaranta, con un comizio dal balcone del municipio: «Se ce lo avessero detto due anni fa, che oggi saremmo stati qua, non ci avremmo creduto. E stato un risultato possibile solo grazie a tutti voi. Adesso tutti a lavoro per cambiare davvero questa città». Due i provvedimenti che Conti potrebbe emanare a breve: uno per bloccare l’iter per la costruzione della moschea a Porta a Lucca (e la comunità musulmana ieri ha augurato buon lavoro a Conti: «Speriamo in un dialogo costruttivo»), l’altro contro l’abusivismo commerciale. La prospettiva è di lungo periodo «per dimostrare che possiamo governare bene realtà importanti».

Ma la festa va avanti anche la mattina. Il barista di viale Granisci, vicino alla stazione, esulta e chiama i suoi amici da quando ha tirato su la serranda. Per la prima volta dal 1972 Pisa non è governata dagli eredi del Pci. Sull’altro versante, invece, c’è un pezzo di città che si è risvegliata distrutta: qualcuno esagera, un militante dem ha postato una visuale aerea di Pisa alla fine dell’estate 1944, bombardata. La linea del fronte per il Pd coincide con la vecchia cinta muraria cittadina: Serfogli ha resistito solo in centro, nei quartieri alto-locati di Santa Maria (le zone della movida), San Francesco, San Martino e Sant’Antonio. Nel quartieri popolari e sul litorale è stata una vera debacle. Maggioranze bulgare per il centrodestra a Tirrenia, San Piero, Riglione, Putignano e Sant’Ermete. «Abbiamo sottovalutato alcuni problemi ammette l’ex sindaco Filippeschi ma siamo stati lasciati soli. Cosa avrei dovuto fare per ottenere di più?». Deluso e amareggiato Federico Gelli: «La cosa che mi fa più male è che tanti pisani abbiano abbandonato il Pd. Adesso dobbiamo tornare a ricostruire il nostro terreno», commenta l’ex onorevole, che Renzi voleva candidato sindaco (e lui invece ha detto no ed è tornato al suo lavoro di medico).

Serfogli, dopo aver fatto i complimenti a Conti, ha annunciato di voler nominare il. gruppo consigliare “Pisa democratica 2023», «un’officina politica da organizzare a livello di ogni singolo quartiere della città e da esportare anche a livello regionale e nazionale, che vorrà far aprire i partiti, a partire da Pd, al civismo e all’associazionismo». Insomma, per Serfogli, bisogna ripartire da dove si è perso più voti per ricostruire il centrosinistra.

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