Pisamo: Conti gioca con le partecipate ispirandosi al modello Venezia

A seguito delle nostre pressioni e sollecitazioni abbiamo costretto il Sindaco Conti a scoprire le sue reali intenzioni su Pisamo e la gestione degli eventi culturali nella nostra città.

L’ennesimo colpo di coda di Conti è quello di provare ad estendere l’oggetto sociale di Pisamo, per far sì che questa società diventi un vero e proprio mostro giuridico e societario, occupandosi proprio degli eventi culturali della città.

Conti, infatti, ha caratterizzato il programma elettorale per la sua rielezione a sindaco annunciando la creazione di una nuova società in house “Pisa Crea”, imitando malamente il modello Lucca, per organizzare eventi ed appaltare così le politiche culturali del Comune di Pisa. Un annuncio privo di sostanza in questo primo anno, viste le difficoltà anche normative per realizzare una nuova società in house per il Comune.

E allora ecco che iniziano gli scomposti tentativi della destra per trovare una quadra. Nei mesi scorsi Conti prova a modificare l’oggetto societario della Patrimonio Pisa per trasformarla in Pisa Crea, ma a norma di legge non si può fare, e così si trova un escamotage: il Comune trasferirà alla Patrimonio Pisa i maggiori beni culturali della città, tutto questo con soldi pubblici per dare incarichi professionali per pareri in merito alla possibilità di realizzare l’operazione.

Ma manca un tassello e da qui l’ennesima furbizia. A fine giugno, senza che nel Dup o nel Peg ci sia alcuna indicazione per modificare lo statuto di Pisamo in questa direzione, Pisamo conferisce 3 diversi incarichi esterni per avere dei pareri per inglobare in Pisamo quello che doveva essere “Pisa Crea”, provando a modificare l’oggetto sociale di quest’ultima e capire anche come Pisamo potrebbe assumere personale per coprire queste nuove funzioni: ad oggi, infatti, Pisamo ha carenze di personale enormi per seguire i suoi attuali compiti, come evidenziato ripetutamente anche dall’assessore Dringoli.

Abbiamo chiesto di avere copia dei verbali dell’assemblea dei soci di Pisamo in cui sarebbe stata deliberata la verifica di questi ipotesi e anche copia dei parei dei consulenti esterni, ma, nonostante siano passati quasi 30 giorni, non abbiamo avuto risposta. Temiamo ancora una volta che si voglia mettere il Consiglio con le spalle al muro e deliberare in tempi ristretti.

Considerato che nel corso della storia la cultura è stata definita “l’ambito in cui si dispiega l’attività spirituale e creativa dell’uomo” sarebbe auspicabile un chiarimento in merito al nesso tra gestione delle attività della “mobilità” e della “cultura”

La citazione del Sindaco Conti in risposta al nostro question in consiglio comunale del Comune di Venezia come esempio di riferimento in merito a questo tipo di operazioni non fa che confermare che queste operazioni nascono con altre finalità.

Relativamente al progetto di estendere l’oggetto sociale di Pisamo ad attività culturali è tutta da verificare l’organizzazione: ad esempio sarà il personale dell’attuale Direzione cultura, ci sarà un amministratore unico per le due società?

Si persevera quindi in questa politica che attraverso le esternalizzazioni/privatizzazioni ha smantellato e snaturato la funzione dell’istituzione Comune, che, ripetiamolo, è tale se è al servizio dei cittadini. I fatti dimostrano come le esternalizzazioni avvenute (vedi mobilità, servizi educativi…) hanno prodotto peggioramento e riduzione dei servizi, e, aumento dei costi.

E’ una scelta che inoltre si ripercuote sui dipendenti vanificando un patrimonio di competenze e professionalità che si è costituito nel corso degli anni. Siamo davanti ad una operazione, non praticabile sia dal punto di vista delle finalità che delle procedure. Grazie a questa nostra iniziativa abbiamo portato a conoscenza della cittadinanza atti e programmi della Giunta che si volevano far passare in silenzio e rapidamente. E’ possibile iniziare una battaglia a cui abbiamo già dato corso in aula consiliare.

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