Più soldi per gli interventi. Più ricambio di posti letto

mercoledì
9 maggio 2018
Testata:
TIRRENO
Pagina:
11

SANITÀ

La Regione ha approvato il progetto per velocizzare le operazione chirurgiche Attenzione alle aree di maggiore criticità: oncologia, cardiochirurgia e neurochirugia

di Ilaria Bonuccelli

FIRENZE

Gestire e abbattere i tempi di attesa in chirurgia. In particolare nelle aree «a maggiore criticità»: l’oncologia, la cardiochirurgia e la neurochirurgia. Per centrare l’obiettivo, la Regione è pronta a creare un fondo «economico incentivante di attività aggiuntiva»: insomma a mettere soldi in più per aumentare gli interventi. Ma, in base al progetto che la giunta ha appena approvato, la strada da percorrere è un’altra: migliore gestione delle risorse pubbliche e minore sprechi. In altre parole, la Regione vuole: 1) ridurre l’attesa dei pazienti al pronto soccorso; 2) sfruttare al massimo le sale operatorie (senza tempi morti o interventi cancellati); 3) aumentare lapercentuale di utilizzo dei posti letto.

PRIMA SCADENZA

30SETTEMBRE Per andare oltre le intenzioni la giunta regionale si dà scadenze. La prima: entro il 30 settembre si impegna ad attivare la “Gestione Operativa” – una funzione (una struttura ad hoc o di un team multidisciplinare) ideata per «la gestione (in ogni ospedale) corretta e tempestiva di sale operatorie, posti letto, spazi ambulatoriali». Questa funzione verrà svolta in collaborazione con le direzioni sanitarie delle Asl, contando su un «nuovo sistema di monitoraggio, attraverso l’attivazione di un cruscotto dei dati aziendali: un insieme di dati sui tempi di attesa chirurgici, sull’utilizzo efficiente delle sale operatorie e dei posti letto, sul fenomeno dello “stazionamento” in pronto soccorso».

CRITERI GUIDA PER LE PRIORITA’

In più la Regione prevede la «costituzione e il coordinamento, per un periodo di tre anni eventualmente rinnovabile, di un gruppo tecnico a supporto della redazione ed aggiornamento di criteri guida regionali per l’attribuzione delle classi di priorità per la chirurgia programmata». Ci sarà, dunque, un gruppo di esperti che dovrà dire quali pazienti, a parità di permanenza nelle liste di attesa, hanno la precedenza e perché ad ottenere la prestazione sanitaria. In altre parole, la Toscana si mette in testa di rivedere tutto il sistema di accesso, permanenza e dimissione dall’ospedale, sia nella fase dell’emergenza urgenza, sia nella fase della chirurgia programmata (o di elezione). Così pensa di rispondere meglio alla domanda di sanità.

MONITORAGGIO DEI FLUSSI AL PRONTO SOCCORSO

Uno dei primi passi – sottolinea il piano proposto dall’assessora regionale alla Sanità, Stefania Saccardi Regione – sarà analizzare e gestire gli afflussi al pronto soccorso: «Il monitoraggio garantirà di attivare azioni necessarie in caso di afflusso superiore all’ordinario o in situazioni di sovraffollamento».

TASK FORCE PER I POSTI LETTO

Quindi verrà creato un gruppo per la gestione dei posti letto: in ogni ospedale ci saranno persone in grado di «allineare la situazione fra la disponibilità di letti, gli accessi in ospedale da pronto soccorso e i ricoveri programmati». Coordinandosi con reparti, infermieri e medici, questi gruppi potranno non solo sistemare subito i pazienti nell’area giusta ma anche «individuare eventuali criticità – sostiene la Regione – e intervenire in tempo reale per risolverle».

VERIFICHE SUGLI INTERVENTI

Questo sistema, però, non può funzionare se lo stesso monitoraggio non viene garantito anche sulla chirurgia. In particolare se non si misurano gli «scostamenti dal programma di produzione (gli interventi, ndr) e individuazione dei correttivi per minimizzare le differenze fra quanto programmato e quanto effettivamente erogato». Fra operazioni fissate ed effettivamente svolte.

In questo caso, la Regione prevede: 1) la pianificazione a medio termine con «la distribuzione del tempo complessivo disponibile per ogni sala operatoria fra i diversi reparti di ogni ospedale, tenuto conto dei piani di riduzione (dell’attività) per ferie estive, festività, piani di manutenzione, adeguamento tecnico e impiantistico e così via»; 2) la pianificazione a medio-breve termine con il monitoraggio dell’attuazione di quanto programmato: questa attività necessità l’allineamento fra pre-ospedalizzazione e programmazione degli interventi in modo da avere sempre “pazienti pronti” «massimizzando l’utilizzo delle sale e il tasso di occupazione dei posti letto».

GARANZIA DEI TEMPI D’ATTESA

Del resto – evidenzia la Regione – la «garanzia del tempo di attesa»deve essere assicurata all’intemo del livello essenziale di assistenza ospedaliera. Perciò si ritiene opportuno attivare percorsi e progettualità aziendali per la gestione dei tempi di attesa in alcuni ambiti a maggiore criticità che consentano di assicurare l’attività chirurgica in regime istituzionale mediate l’acquisizione dai professionisti in attività intramoenia di prestazioni di particolare rilevanza clinico assistenziale. E la costituzione di un fondo economico per remunerare le prestazioni chirurgiche».

OSPEDALI

II recali: ecco una delle novità per ridurre le attese in chirurgia. La lista – scrive la Regione – deve essere verificata a «intervalli di tempo definiti con controlli periodici». Serve soprattutto il «contatto con i pazienti per verificare la loro permanenza nella lista d’attesa e procedere a eventuali correzioni. Il richiamo serve a verificare rinvii (massimo 2 per motivi personali), stati di sospensione, rinunce e uscite dalle liste d’attesa. L’operazione è fortemente raccomandata ogni sei mesi per tutti i pazienti in lista d’attesa da oltre 6 mesi».

Ogni giorno il “cruscotto” deve essere aggiornato: la lista deve riportare quali sono i posti letto liberi, quelli occupati, quelli “bloccati” e i letti liberabili in tempi definiti in base alle dimissioni del paziente. La Regione – impegnata nella lotta alle liste d’attesa in chirurgia, al pronto soccorso e nei ricoveri – è convinta che l’analisi dei dati storici riveli l’offerta di posti letti 7 giorni su 7.

Insomma, un’Asl efficiente deve sapere (con più che buona approssimazione) quanti pazienti può ricoverare ogni giorno. Da qui l’annuncio che verrà redatto un piano di cura e dimissione «in base alla condizione clinica che ha determinato il ricovero del paziente e alla sua valutazione clinica». Il piano è importante – secondo la Regione – perché «individua anche, entro 24/48 ore dall’ammissione (in ospedale) della data della presunta dimissione del paziente». Inoltre deve effettuare una rilevazione costante «dello scostamento fra quanto programmato e quanto effettivamente erogato in modo da attivare precocemente le azioni correttive». Inoltre, dove possibile, viene monitorato non solo il numero di dimissioni giornaliere, ma anche per fascia oraria.

Dal 30 settembre in ogni ospedale ci sarà un gruppo per valutare se le sale operatorie sono utilizzate in modo adeguato.

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