«Plastica, un “tesoro’ poco sfruttato»

domenica
6 maggio 2018
Testata:
SECOLO XIX
Pagina:
6

IL COREPLA: IN REGIONE LA MEDIA DEGLI IMBALLAGGI RACCOLTI È DI 13,8 KG PER ABITANTE

Di Molfetta: il ricavato peri Comuni potrebbe passare da sei a dieci milioni

LA PLASTICA italiana resta in Italia. E fa guadagnare amministrazioni comunali, di ogni dimensione, e utenti. Anche se in Liguria, con una percentuale di plastica raccolta addirittura inferiore a Puglia e Campania, i Comuni potrebbero guadagnare molto di più. Lo sostiene Massimo Di Molfetta di Corepla, il consorzio che raccoglie e ricicla gli imballaggi plastici.

Partiamo dai dati Ispra: sembra che in termini di costi la raccolta differenziata sia sempre vantaggiosa per i comuni piccoli, molto meno per i grandi…

«Corepla riconosce un corrispettivo che è legato alla quantità e qualità degli imballaggi in plastica conferiteci, quindi dire che ai piccoli costa di meno e ai grandi di più dal nostro punto di vista non è corretto perché tutto avviene in funzione della quantità raccolta: più una città è grossa, più quantità raccoglie e più soldi prende dal consorzio. Mediamente riconosciamo fino a 300 euro alla tonnellata per gli imballaggi in plastica che ci conferiscono. A questi soldi vanno aggiunti i soldi dei mancati smaltimenti in discarica, tra i 100-120 euro a tonnellata. Quindi la domanda che uno si dovrebbe porre è: ma con 420 euro a tonnellata non si riesce ad organizzare un servizio efficiente di raccolta differenziata?»

Avete problemi a far fruttare ciò che vi proviene dalla raccolta differenziata ora che la Cina ha chiuso le frontiere?

«La raccolta differenziata degli imballaggi in plastica raccolta in Italia, circa un milione di tonnellate, viene selezionata e lavorata in Italia. Non c’è nulla che parte per la Cina, non da Corepla. Sono altri Paesi europei che raccoglievano e spedivano tutto in Cina. Quando la Cina ha chiuso le frontiere, anche perché le arrivava anche roba di qualità dubbia, questi Paesi europei si sono trovati in difficoltà andando ad invadere il mercato europeo. Per quanto riguarda Corepla, la raccolta viene completamente lavorata in Italia e venduta da sempre solo a riciclatori certificati europei. In più l’Italia da sempre ha istituito una filiera del riciclo, come Germania e Francia, che sta in piedi autonomamente. Noi non abbiamo avuto nessun problema per quanto riguarda l’invio in e in modo abusivo e illecito, e si semplifica sempre troppo parlando di plastica anche se non ce ne era…e comunque non erano impianti che lavoravano con il sistema Corepla».

La Liguria vi dà soddisfazioni per la raccolta della plastica?

«Bastano due numeri per orientarsi. La media nazionale è di 17,7 kg di imballaggi in plastica per abitante, in Liguria siamo a 13,8. Fanno meglio anche la Puglia con 14,1 e addirittura la Campania con 19,9. E un problema di garanzia di servizi efficienti. In molte regioni d’Italia si è diffuso il porta a porta che consente quantitativi maggiori, e in Liguria ci sono comuni che fanno addirittura 22 Kg/ab, in altre la presenza di cassonetti stradali abbassa la quota di materiale intercettato e chiaramente incidono molto le grandi città».

Quindi i Comuni liguri riescono a trarre meno benefici economici dalla differenziata?

«Nel 2017 Corepla ha riconosciuto ai Comuni o ai soggetti delegati dai comuni per la raccolta differenziata in Liguria 6 milioni di euro per via dell’accordo Anci-Conai; se la Liguria invece di 13,8 kh/ab facesse 21, qui sei milioni diventerebbero 10: soldi a disposizione delle amministrazioni. Ci sarebbero investimenti, la possibilità di ridurre la tari oppure di aumentare servizi. A tutto vantaggio di occupazione, ricerca, aumento di servizi».

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