Politiche sociali: dietro lo slogan “prima gli italiani” solo tagli ai servizi

“Prima gli italiani”. E’ questo lo slogan che anche in questi giorni l’assessora e presidente della Società della Salute Gambaccini ripete ossessivamente: un’operazione di pura propaganda che nasconde il continuo e costante taglio dei servizi.

La moltiplicazione di Bonus da parte della giunta leghista, per di più distribuiti con criteri spesso palesemente discriminatori come il Bonus Mamma, è l’espediente con cui si maschera la riduzione dei servizi, sostituiti da contributi economici che rappresentano solo uno spreco di risorse; il fatto ancor più grave è però che questo tipo di interventi hanno l’effetto di cronicizzare le situazioni di difficoltà e non incidono affatto sulla riduzione della povertà.

Come se non bastasse, per finanziare i Bonus non si aumentano le risorse destinate al sociale, ma si tagliano altri servizi: si chiudono infatti progetti importanti ed utili per tutti i cittadini e le cittadine, come dimostrano i numeri dei loro fruitori, quali quello di Spazio Bono 19 e lo storico sportello di consulenza gestito dalle Associazioni Batik e DIM di Pisa.

Decisioni queste che avranno pesanti ricadute negative sulla qualità della vita della nostra città in quanto si tolgono servizi e luoghi che hanno contributo in tutti questi anni a fare cittadinanza.

Su un tema cruciale come quello delle dipendenze siamo alla pura propaganda. Si riduce un importante servizio di inclusione e, al solito grido del “Prima Gli Italiani”, si stanziano 10.000 euro per una sperimentazione del modello San Patrignano.

Al contempo non si fa assolutamente nulla per incrementare le risorse destinate ai percorsi riabilitativi e ai progetti di inserimento lavorativo del SERD, strumenti necessari per dare adeguate risposte agli utenti, molti dei quali, ricordiamo, sono italiani.

Si procede ancora una volta per spot senza alcuna analisi dei bisogni reali.

Come ripetiamo da anni, ciò che in prima istanza servirebbe è l’elaborazione di un Profilo della Comunità locale come è avvenuto in altre città toscane. E’ necessario rappresentare, quartiere per quartiere i fenomeni, le criticità e le risorse attuali e potenziali, elaborando il Profilo di Comunità, integrandolo nel processo di costruzione del Profilo di salute. Da anni nel Comune di Pisa le politiche sociali sono attuate senza una reale conoscenza dei fenomeni, senza una valutazione delle risorse attivabili e senza un’effettiva misurazione degli esiti degli interventi. Come coalizione lo denunciamo da tempo: è necessario investire nella conoscenza dei fenomeni per realizzare interventi adeguati e efficaci.

Il sistema dei bonus sono spesso usati dalle amministrazioni per il solo uso propagandistico, ovvero sciorinare elenchi di piccoli bonus una tantum a dimostrazione dell’impegno profuso nel sociale, ma in realtà nascondono una mancanza di conoscenze delle necessità della popolazione presenti sul territorio e rivela l’assenza di una vera e propria rete di servizi sociali di supporto, che invece farebbero un lavoro stabile nel tempo improntato all’autonomia e non un aiuto una tantum per affrontare una povertà che così facendo si dichiara condizione immutabile.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

Condividi questo articolo

Lascia un commento