Polizia Municipale: Taser e pieni poteri al Sindaco, no alle modifiche del Regolamento

Mercoledì prossimo (13 settembre 2023) arriverà in Commissione consiliare la proposta della giunta Conti di modificare il Regolamento della Polizia Municipale, con l’obiettivo di approvarla nella seduta del consiglio comunale del prossimo 25 settembre.

Con questa delibera Conti chiude il processo di destrutturazione della macchina comunale e delle direzioni amministrative. Infatti la proposta di modifica del Regolamento prevede che il Sindaco si autoassegni qualsiasi potere istituendo una nuova tipologia d’ufficio da lui dipendente: la figura del Dirigente della Polizia Municipale, direzione con il maggior numero di dipendenti viene sostituita con un funzionario di Elevata qualificazione costituendo così, come si legge all’articolo 2, un “Ufficio Autonomo di Rilevante Complessità posto alle dirette dipendenze del Sindaco che interagisce con tutte le altre Direzioni”; si nega così la precedente, necessaria per la tenuta democratica, autonomia della Direzione.

Da rilevare, inoltre, che le figure del Comandante, Vicecomandante e Ufficiali, nel nuovo regolamento avrebbero tutti la posizione di Elevata qualificazione. Un evidente declassamento della Dirigenza che la delibera di approvazione della Macrostruttura motiva in base al principio dell’ economicità. Economicità valutata, evidentemente, solo in base al minor importo degli stipendi senza considerare l’efficacia della struttura così modificata.

Si tratta di una proposta inaccettabile che mina la distinzione fra la parte politica e quella amministrativa su cui si basa l’azione di un ente locale e ancor più grave visto che coinvolge un settore così delicato come quello della Polizia Municipale. Non è un caso che questa proposta di modifica della macrostruttura non sia stata condivisa né discussa prima con la Rsu e con le organizzazioni sindacali, totalmente ignorate dalla giunta Conti.

A questo si aggiunge un’ulteriore militarizzazione del corpo della Polizia municipale con l’introduzione, all’articolo 22, della dotazione del taser in forma ordinaria per gli agenti della Polizia Municipale: “Gli strumenti di autotutela sono costituiti da spray irritante privo di effetti lesivi permanenti e conforme alle disposizioni vigenti, manette, bastone estensibile e taser”.

Abbiamo già duramente contestato la decisione della destra di avviare la sperimentazione dell’uso del taser che ora diventerebbe ordinario. Si tratta di un fatto gravissimo: la pistola a impulsi elettrici, che immobilizza facendo contrarre i muscoli, è definita “arma propria” dalla legge italiana ed è stata approvata per l’utilizzo dalle forze di polizia dopo una prima sperimentazione sospesa nel 2020 per risultati insoddisfacenti alle prove balistiche. Il suo impiego è stato tuttavia accompagnato da sempre da dibattito e scarsa chiarezza riguardo ai potenziali effetti nocivi, soprattutto negli Stati Uniti e in Canada.

Secondo Amnesty International, il taser avrebbe causato centinaia di morti negli Stati Uniti, più di 800 dal 2001, e l’ONU, nel 2007, ha inserito l’arma nella lista degli strumenti di tortura, mentre ricercatori dell’università di Groningen hanno mostrato che gli studi che hanno valutato positivamente la sicurezza di questo tipo di arma sono spesso incompleti, effettuati su soggetti giovani e sani come gli stessi agenti di polizia, e finanziati più o meno direttamente dalla Axon, la casa produttrice del taser.

In Italia si sono verificati i primi impieghi dell’arma da parte delle forze dell’ordine, con l’episodio più grave lo scorso 13 agosto a San Giovanni Teatino, in provincia di Chieti, dove un uomo di 35 anni, affetto da disturbi psichiatrici e in stato di agitazione ma che non stava attuando comportamenti pericolosi, è morto in seguito all’uso del taser unito all’uso di sedativi.

Il taser, sebbene venga presentato come uno strumento innocuo che si sostituisce alle armi più letali, potrebbe causare effetti sulla salute da lievi e temporanei a potenzialmente permanenti o letali, soprattutto in soggetti fragili o affetti da malattie psichiatriche, neurologiche o cardiache. Riteniamo che l’uso di armi per immobilizzazione non debba sostituirsi allo strumento della parola o ad altre strategie non pericolose che il personale, correttamente addestrato, può mettere in atto.

L’organizzazione della Polizia municipale, la sua autonomia tecnica dal decisore politico, gli strumenti di cui viene dotata sono tutti elementi che riguardano anche la tenuta democratica di una comunità e la dignità delle persone.

Per questo sosteniamo che la delibera della Giunta Conti vada respinta con forza.

Ciccio Auletta – consigliere comunale Diritti in comun: Una città in comune – Unione Popolare

Condividi questo articolo

Lascia un commento