Presidio davanti a Ikea per i facchini licenziati

domenica
27 luglio 2014, TIRRENO PISA Pagina: IV

Presidio davanti a Ikea per i facchini licenziati

La manifestazione non ha però impedito ai clienti di fare acquisti nello store L’azienda svedese replica ai SiCobas: «Nessuna situazione di sfruttamento»

di Renata viola 1 PISA

Giornata di mobilitazione nazionale ieri in favore dei ventiquattro facchini licenziati nella sede piacentina dell’Ikea, tutti dipendenti di una cooperativa appaltante dalla multinazionale svedese.
L’ingresso principale del megastore pisano è stato il punto d’incontro per i rappresentanti di SlCobas Pisa e Versilia, i lavoratori, i precari, i disoccupati, i rappresentanti di Newroz e gli immigrati che hanno solidarizzato con i lavoratori di Piacenza, chiedendone ad alta voce il reintegro. I partecipanti al presidio, che hanno manifestato pacificamente mentre le famiglie entravano per i loro acquisti, hanno puntato il dito «contro lo sfruttamento» dei lavoratori (per lo più migranti) impiegati nel settore della logistica, dominato da passaggi da una cooperativa all’altra, da un appalto all’altro.
«I carichi di lavoro – si legge nel comunicato diffuso durante il sit in – sono impossibili, senza il rispetto di nessuna tutela legale o contrattuale per i lavoratori».
Secondo i rappresentanti dei SiCobas, nella maggior parte dei casi, queste cooperative applicherebbero contratti irregolari: «Una vera e propria filiera di precarietà e sfruttamento: i contratti più utilizzati sono gli Unci, molto usati nelle regioni del Nord Est. Gli stessi che le maggiori organizzazioni sindacali, Cgil, Cisl, Uil, giudicano contratti farsa». La richiesta è dunque che vengano riviste le condizioni di lavoro e siano applicati gli accordi nazionali di base. «Che prevedono tra l’altro – hanno ribadito i SiCobas – contratti di stabilizzazione, buoni pasto, migliore organizzazione del lavoro, compresi la riduzione dei carichi di lavoro e lo scarico dei costi aggiuntivi».
Anche il governo, a detta dei manifestanti, avrebbe assunto un ruolo più che protettivo nei confronti della multinazionale svedese, assicurando un servizio d’ordine molto strutturato in tutte le città in cui si è manifestato in favore dei licenziati. «A fronte delle manifestazioni – ha replicato Ikea – da parte di persone appartenenti al sindacato SiCobas e ad alcuni centri sociali, Ikea sottolinea che presso il proprio polo logistico di Piacenza non vi è e non vi è mai stato alcuno sfruttamento dei lavoratori e che la sicurezza e la legalità sono le due sole motivazioni alla base dei provvedimenti presi dalla cooperativa San Martino, fornitore dei servizi di movimentazione merci presso il polo, nei confronti dei ventiquattro soci lavoratori».

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