Profughi, in arrivo piccoli gruppi.Non saranno concentrati a Santa Croce sull’Arno, ma ospitati in varie località

TIRRENO PISA Pagina: IV

Profughi, in arrivo piccoli gruppi.Non saranno concentrati a Santa Croce sull’Arno, ma ospitati in varie località

Accantonata l’ipotesi di concentrare in un’unica sede decine di immigrati, prevale il percorso di localizzare sul territorio centri di accoglienza diffusi ma con pochi ospiti. E la linea emersa nel corso della riunione che si è tenuta in prefettura con i sindaci della provincia. Un incontro che ha portato due notizie: la prima è che la cooperativa sociale “Tre Fontane” di Roma che aveva partecipato al bando della prefettura per l’accoglienza di 70 profughi nell’ex Hotel Cristallo di Santa Croce sull’Arno sta valutando l’idea di rinunciare al contratto che ancora non è stato firmato; la seconda, è che il bando proposto dal ministero dell’Interno non verrà riaperto e non ci saranno luoghi da affollare con resse di immigrati. Il prefetto Attilio Visconti attende l’ufficializzazione della decisione da parte della coop.
Scongiurato l’arrivo e l’accoglienza in un unico luogo di decine di immigrati in fuga dall’ Africa, stil tavolo resta la gestione del problema che in qualunque momento può ripresentarsi. Alla provincia di Pisa sono stati “assegnati” dal ministero 267 immigrati sulla base del rapporto con i residenti. La riunione in prefettura ha portato alla condivisione di una condotta unitaria: sarà creata una sorta di cabina di regia con Comuni, Società della salute e associazioni locali che ogni mese si riunirà per valutare le possibili soluzioni di accoglienza.
La filosofia è quella di ricevere piccoli gruppi di profughi distribuiti nei singoli comuni della provincia.
Le proteste dell’amministrazione di Santa Croce, seguite alle manifestazioni popolari, han no influito sulla decisione presa dalla cooperativa romana. L’incompatibilità ambientale tra il progetto, rimasto sulla carta, e la comunità santacrocese, ha indotto i privati a meditare il passo indietro. Il Comune, con in testa il sindaco Giulia Deidda, ha sempre detto no all’ipotesi di inserire un contingente così numeroso sul proprio territorio. Poi anche il consiglio comunale, con un voto a larga maggioranza, ha espresso contrarietà e alla fine sabato oltre 100 persone hanno manifestato in piazza.

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