Pronto Soccorso: sbagliata la decisione emergenziale del Prefetto

Giovedì mattina si è tenuta la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di Pisa. All’ordine del giorno dell’incontro, su richiesta del Prefetto, la situazione venutasi a creare al pronto soccorso a seguito di un  rissa avvenuta nella sala d’attesa.

Dalla lettura del verbale dell’incontro si evince facilmente chi ha preso le decisioni e con quale lettura del fenomeno. E si capisce che chi ha preso tali decisioni non ha le necessarie competenze per la comprensione del fenomeno degli homeless a Pisa, che per sua natura non può essere trattato in alcun modo come un problema di  pubblica sicurezza e di ordine pubblico.

Si richiede ad esempio agli operatori sociali coinvolti di effettuare identificazioni. Il verbale chiede che “qualora l’operatore sia impossibilitato a farlo autonomamente, deve richiedere l’intervento della Polizia Municipale, della Polizia di Stato e dell’arma dei Carabinieri”

Il piano operativo: due container collocati nel parcheggio vicino al ponte delle Bocchette, a circa 600 metri dal pronto soccorso, entrambi di proprietà del Comune di Pisa. Operatori sociali, guardie particolari giurate e Croce Rossa a garantire il buon esito dell’operazione, che durerà un mese. Costo dell’intervento? Circa 50.000 euro.

Ma chi sono le persone che nella notte trovano rifugio al pronto soccorso? Migranti senza permesso di soggiorno, cittadini italiani che non hanno i necessari documenti per accedere ai servizi presenti nella nostra città, persone che per problemi psichiatrici e di dipendenza si rifugiano sempre più in se stessi, perdendo anche la capacità di chiedere aiuto e di farsi seguire dai servizi.

La rissa di sabato scorso? Probabilmente si è trattato un regolamento di conti fra spacciatori che non ha niente a che vedere con questioni di tipo sociale (come detto anche da alcuni lavoratori del pronto soccorso in un comunicato) e i responsabili devono essere sicuramente perseguiti.
Questo intervento non risolverà i problemi e appena tolti i container la situazione tornerà come prima, con l’aggravante anche di aver mal utilizzato denaro pubblico che poteva essere invece utilizzato in altro modo

Ci chiediamo se nella nostra città debba essere il Prefetto a fare le politiche sociali o se invece le scelte dovrebbero essere il frutto di una programmazione collettiva,  che veda coinvolta la politica, a partire da quella comunale, e i tecnici del settore.

Ci piacerebbe capire come mai il Sindaco, che fa parte del Comitato provinciale per l’ordine pubblico, lasci decidere al Prefetto interventi sociali che sarebbero di competenza dell’amministrazione, che invece mostra ancora una volta tutta la carenza di interventi e programmazione su questi settori.

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