Recupero Distretto 42: un piano tutto da rifare! Difendiamo un bene comune dalla speculazione

Dopo mesi di richieste e insistenze abbiamo finalmente ottenuto che il piano di recupero dell’area dell’ex caserma Curtatone e Montanara fosse discusso nella giornata di oggi in Prima commissione consiliare. E abbiamo capito perché dal 7 febbraio il piano fosse stato nascosto all’opinione pubblica: le intenzioni e le proposte della speculazione privata sono molto peggio di quanto era trapelato dai parziali dei pareri degli enti tecnici chiamati ad una prima valutazione.

Innanzitutto la bonifica del terreno, inquinato da oli, residui di polvere da sparo e altri residui solidi inquinanti legati a mezzo secolo di attività militare è ferma, nonostante sia l’elemento essenziale e premessa necessaria affinché l’area sia ritorni ad essere residenziale o in ogni caso frequentata in maniera continuativa.

Il progetto presentato, come da noi denunciato, è difforme dal Regolamento urbanistico, dal Regolamento edilizio, dal Piano strutturale. E’ privo di spazi ed aree pubbliche come previsto dall’atto di indirizzo votato dal consiglio comunale nel 2017 e si prevede l’abbattimento di alcuni edifici esistenti per la costruzione di un nuovo edificio, che viola anche i vincoli della Soprintendenza, con tutte le implicazioni negative in termini di aumento di carico urbanistico e impatto ambientale (mobilità, gestione rifiuti, etc..); e per di più l’amministrazione comunale intende accettare che vi sia un solo accesso pedonale (da piazza San Martino).

Non solo. Cade anche la facciata dell’housing sociale visto che si prevedono nella nuova palazzina appartamenti da 120 metri quadrati, che nulla hanno a che vedere con le esigenze di chi è in difficoltà economica. Al contempo è grave la richiesta fatta dal Comune alla Asl per capire se si può derogare al Regolamento edilizio, per realizzare parte degli appartamenti di piccole dimensioni, per quanto riguarda la possibilità di inserire scale a chiocciola come unici collegamenti tra le unità abitative (escludendo a priori una parte delle persone disabili dall’accesso ai nuovi appartamenti); agli standard di illuminazione e areazione. Deroghe inammissibili che il Comune non deve dare in quanto costituirebbero un pericoloso precedente anche per l’approvazione di altri piani di recupero nel resto della città.

E’ evidente, inoltre, che la verifica sulla assoggettabilità o meno a VAS va integralmente rifatta una volta che sia presentato il nuovo piano: cosa che oggi non è in alcun modo scontata.

In ogni caso nonostante le numerose e plateali incongruenze tecniche, per cui il progetto di recupero sostanzialmente va rifatto ex novo, l’impianto speculativo e devastante del piano non viene messo in discussione nel cuore della proposta: un condominio di lusso con verde ed asilo privato con pesanti impatti negativi sull’intero quartiere storico della nostra città.

Noi ci opporremo a questa ipotesi perché non venga previsto assolutamente un nuovo edificio, vigileremo con attenzione che tutti i vincoli ambientali, monumentali e paesaggistici vengano rispettati, e ci batteremo per un vero uso pubblico di questa area e dei suoi spazi, a partire dalla piazza e dal parco “Andrea Gallo” che siano accessibili per tutta la città.

Dal punto di visto dell’iter è fondamentale che non appena Investire SGR ripresenti il piano di recupero questo sia portato subito in commissione, che sia riaperto il procedimento in merito alla VAS, che l’eventuale approvazione sia attribuita al Consiglio comunale e che siano organizzati degli incontri pubblici con tutta la cittadinanza prima di procedere in modo che la partecipazione della cittadinanza possa contribuire fattivamente a fare sì che il recupero si traduca anche in una messa a disposizione dell’area per la fruibilità di tutte e tutti.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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