«Riapre la Sapienza. Non la biblioteca»

sabato
26 maggio 2018
Testata:
NAZIONE PISA
Pagina:
15

L’anniversario

LA SAPIENZA riapre in un giorno solenne. Il 28 maggio infatti è l’anniversario di Curtatone e Montanara. Ma è anche l’anniversario della chiusura, il sesto. «Che ci siano voluti sei anni e quindici milioni di euro per rifare il palazzo, a memoria umana l’unico a Pisa danneggiato per un terremoto, non è fine ricordarlo» osserva l’Associazione Amici della Biblitoeca Universitaria: «Concentriamoci sulla buona notizia: perché certo è una buona notizia per i professori di Giurisprudenza costretti a studiare cento metri più in là, a Palazzo Ricci; e certo è una buona notizia per gli esercizi di Piazza Dante, costretti a sopravvivere con cento scontrini al mese. Per la gran parte degli studenti di Giurisprudenza, non cambia molto: continueranno a seguire le lezioni altrove. Nella nuova sistemazione, infatti, si prende atto che il palazzo non è in grado di sopportare il numero delle matricole e dei fagioli, e che la didattica di Giurisprudenza deve spostarsi in aree più funzionali, come è successo per tutte le altre facoltà universitarie».

«IN SAPIENZA – continua l’associazione – resterà la didattica superiore e gli studi dei professori: il progetto ne prevede 32, ma non è difficile immaginare che altri troveranno posto nello spazio previsto per la grande biblioteca di scienze sociali: esattamente come prima del terremoto. Né il Rettore Augello (unico nella storia ad aver concluso il mandato con la Sapienza chiusa) né il suo successore Mancarella hanno avuto il colpo d’ali di aprire l’edificio alla città (e, perché no, ai turisti) e hanno preferito mantenere per i loro colleghi lo studio in piazza Dante. Non hanno sentito la necessità di agevolare il rientro della Biblioteca Universitaria che, chiusa quello stesso 28 maggio 2012, fu evacuata quattro anni dopo per il pericolo (subito realizzatosi) che i lavori ai locali dell’Università danneggiassero libri ed arredi. Si osserverà che la Biblioteca è del Ministero dei Beni culturali: il che equivale a dire che è lecito al Rettore far chiudere la Biblioteca per prudenza, lasciarla danneggiare per incidente ed espellere per cautela, ma non approntare per la sua parte un rapido rientro».

« PERCIÒ la Biblioteca resta divisa e praticamente inutilizzabile: la direzione in Soprintendenza, la consultazione a San Matteo, i libri addirittura a Lucca. La maggiore istituzione della storia pisana resta chiusa sine die, senza che nessuno abbia sentito l’opportunità, o diciamo pure il dovere morale, di disegnarne un possibile futuro: e siamo a due settimane dalle elezioni in cui, più che in ogni altra occasione, si sente la profonda mancanza di una prospettiva, di una sintesi della cultura e della vita cittadina. La parziale – in parte della Sapienza è solo in parte una buona notizia per i pisani».

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