Ristorazione, commercio e turismo: aiuti dal Comune solo a chi certifica assunzioni regolari, diritti e tutele per i lavoratori e le lavoratrici

Nel piano “Riapri Pisa” lanciato lo scorso 23 aprile dal sindaco Conti non c’è alcun riferimento ai lavoratori e alle lavoratrici. L’emergenza sociale ed economica determinata dal Covid-19 ha messo sempre più in evidenza, invece, come la precarizzazione del lavoro, l’utilizzo indiscriminato di decine di forme contrattuali, il dilagare del lavoro nero in alcuni settori hanno prodotto diseguaglianze, ingiustizie e miseria. A pagare maggiormente questa crisi sono proprio quelli che prima non avevano diritti e tutele.

Per questo non vogliamo ritornare alla normalità, perché questa oggi significa lavorare senza tutele, senza sicurezze, per salari da fame. Ripensare alle città e a come ridisegnarle dentro e dopo l’emergenza significa per noi ripartire dai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.

Alcuni dei settori maggiormente colpiti dall’emergenza sono quelli del commercio, della ristorazione e del turismo, e molte delle politiche di incentivi, aiuti economici e sgravi da parte del Governo, delle Regioni e dei Comuni si sta concentrando su questi.

E’ sufficiente leggere i dati del Rapporto annuale dell’attività di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale” del 2019 redatto dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro per avere una chiara fotografica come proprio il settore del turismo, della ristorazione e del commercio, insieme con quello dell’edilizia, sono i settori in cui incide maggiormente la piaga del lavoro nero. A questo si aggiunge una giungla di contratti anche a giornata senza tutele, in cui l’obiettivo prioritario è risparmiare sul costo del lavoro. Oggi dalle migliaia di aziende di questo settore arriva un grido di allarme vista la crisi determinata dalla emergenza.

Noi proponiamo che qualsiasi politica di sostegno da parte del Comune debba essere rivolta ad attività ed imprese che però dimostrino e certifichino in primo luogo di utilizzare lavoratori e lavoratrici assunti regolarmente. Ciò significa iniziare una vera lotta da parte anche dell’ente locale per debellare la piaga del lavoro nero, ma anche la richiesta di utilizzo di contratti nazionali e non il ricorso intensivo a forme legali di sfruttamento, escludendo quindi il ricorso a tirocini o a forme di lavoro a chiamata.

Non solo: riteniamo che sgravi fiscali e agevolazioni debbano avvenire solo a seguito della sottoscrizione di protocolli siglati anche a livello locale, coinvolgendo le organizzazioni sindacali in primo luogo, per la tutela della salute e della sicurezza dei dipendenti in settori che sono a rischio, vista la vicinanza con la clientela.

Al riguardo presenteremo in commissione consiliare e in consiglio delle proposte per vincolare così le politiche a sostegno alle tante attività di questo settore a partire dai diritti per i lavoratori e le lavoratrici.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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