Rossi: senza un accordo si torna al piano originale

TIRRENO Pagina: 9

Rossi: senza un accordo si torna al piano originale

II presidente: serve un ulteriore approfondimento e soprattutto il si dei ministero Con l’ultimo ok in commissione anche ampliamenti e riaperture delle cave in alto

«Bene il lavoro della commissione che ha approvato il piano del paesaggio», ma il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha chiesto un ulteriore approfondimento prima della seduta del Consiglio regionale di martedì. E se non saranno superati i contrasti il governatore ritiene preferibile tornare al testo originale, «quello – dice Rossi – già approvato in consiglio regionale da una larga maggioranza e dall’assessore Marson». Martedì mattina, inoltre, Rossi incontrerà il ministro Dario Franceschini.
«La commissione – spiega Rossi – ha licenziato il piano del paesaggio facendo un lavoro importante e complesso. Infatti, com’è naturale, si sono espresse opinioni, posizioni e valutazioni diverse. Ringrazio tutti per l’importante lavoro svolto e per i contributi a migliorare diverse punti, magari quelli meno sotto i riflettori, del testo. Tuttavia aggiunge il governatore – dato il valore dell’argomento e il dibattito politico che si è svolto, ho chiesto ai capigruppo di maggioranza un ulteriore lavoro di approfondimento da svolgere nella giornata di lunedì. Inoltre – prosegue Rossi – mi sono sentito con il ministro Franceschini e ho concordato con lui un incon tro per martedì mattina. Com’è noto, il piano del paesaggio si potrà approvare solo con l’intesa con il ministero. Ciò ci consentirà di evitare passi falsi e bocciature postume come purtroppo già avvenuto per il lavoro svolto nella precedente legislatura, quando il Ministero non riconobbe il piano perché elaborato senza l’intesa. In ogni caso la mia opinione è semplice: qualora i contrasti non fossero ricomponibili in una formulazione condivisa ritengo sia preferibile tornare al testo esistente, quello già approvato in consiglio regionale da una larga maggioranza e dall’assessore Marson. Nessuno infatti potrebbe spiegare come un testo già approvato possa oggi essere rifiutato, bloccando così l’approvazione definitiva di uno degli atti pi importanti di questa legislatura. Sono fiducioso che riusciremo a dare alla Toscana un piano del paesaggio bello e utile». Cadono gli ultimi vincoli. Ma vediamo cosa era stato approvato in commissione ambiente e territorio. Uno dopo l’altro i vincoli rimasti a tutelare le Apuane sono caduti; i voti a favore sono solo quelli della maggioranza di centrosinistra (contro, Rc e Fi), ma il percorso è tutt’altro che in discesa. L’assessore all’urbanistica, Anna Marson, lo disconosce. Non si dimette per poter illustrare in aula i danni che arrecherebbe un piano del genere. «Picconato il lodo Rossi». A furia di «erodere il piano» – ironizzano gli ambientalisti – il Pd «ha scavato perfino il lodo Rossi». Per Monica Sgherri (Rc) il partito di maggioranza ha fatto anche di peggio: «Ha sacrificato l’interesse generale a favore dei grandi potentati del marmo». L’origine degli emendamenti per liberalizzare l’estrazione del marmo sta tutta nelle proposte presentate dai consorzi di imprenditori come Cosmave, Consorzio Marmi Garfagnana e Assoindustria Lucca. «Il risultato combinato delle modifiche al piano votate dal Pd è che sopra i 1200 non ci sono più prospettive di chiusura programmata di cave, ma anzi si va verso la riapertura e la coltivazione illimitata delle cave; sotto i 1200 metri si possono perfino aprire nuove cave, oltre che ampliarle senza grandi limiti».
Pd: tuteliamo le cave esistenti. In realtà, Ardelio Pellegrinotti, il consigliere regionale del Pd che firma gli emendamenti sul marino contesta questa lettura e quella dell’assessore Marson «che avrebbe solo voluto chiudere Ie cave, senza alcuna attenzione all’occupazione. Invece sottolinea – le nostre correzioni al piano consentono di mantenere attive le cave sopra i 1200 metri che già esistono a Minacciano (in Garfagnana) e Levigliani (in Versilia). Ma non faremo aprire nuove attività». Sotto i 1200 metri, invece, è tutto un altro discorso. «Si potranno avviare nuove cave a patto che non intacchino “vette e crinali di rilievo paesaggistico”». Questo recita l’emendamento approvato ieri mattina che, però prosegue: «Sono in ogni caso fatte salve più specifiche e motivate individuazioni in sede di piano attuativo e quanto previsto dalle schede di bacino».
Nuove cave sotto 11200 metri. In sostanza, se i Comuni individuano situazioni compatibili con l’estrazione, possono anche rilasciare nuove autorizzazioni «ma avendo acquisito tutti i permessi, da quelli della Sovrintendenza alla valutazion e paesaggistica. In alcuni casi sono gli stessi enti locali a esprimerla – evidenziaPellegrinotti – in altri, per interventi più incisivi, la Regione. Ma i Comuni per ogni caso possono demandare alla Regione la valutazione paesaggistica e così tutelarsi».
Bocciato il ministero. Se così è, non si spiega la ragione per la quale in commissione il Pd (con l’eccezione del presidente Gianfranco Venturi) ha bocciato tutti gli emendamenti proposti dal ministero dei Beni culturali al piano del paesaggio. Oltretutto, si trattava di aggiustamenti al testo adottato a luglio, assai diverso da quello licenziato ieri. Che la lista Popolo Toscana, con Marta Gazzarrivota solo «per disciplina di maggioranza». Se, però – annuncia il capogruppo Marco Manneschi – nella riunione di lunedì non saranno apportate «modifiche sostanziali, in aula voteremo contro. Anche perché, sotto il profilo formale, sarebbe rischioso approvare un testo così modificato: ci esporrebbe a una serie infinita di ricorsi. Il percorso più corretto, avendo apportato cambiamenti così profondi, sarebbe la riadozione». Con tanto di pubblicazione, presentazione osservazioni e quindi nuovo passaggio in commissione. Addirittura il consigliere del gruppo Misto Gabriele Chiurli invita Rossi a «rimandare il piano alla prossima legislatura, per non trasformare la Toscana in un campo di battaglia» dal quale uscirebbe vincitore solo la «lobby del cemento». Sostenuta, in egual misura da Pd e Fi a colpi di emendamenti.
Il piano non difende nessuno. Eppure – ammette Nicola Nascosti di FI – neppure tutti i cambiamenti apportati al piano, neppure tutte le modifiche del centrodestra accettate dal Pd bastano «a farci votare a favore di questo atto di 3500 pagine, ingestibile. Ci attendiamo una valanga di ricorsi, soprattutto sulle disposizioni perle cave. E per questo chiediamo agli uffici legali del consiglio un parere di conformità fra il piano e la legge urbanistica 65 del 2014 sul governo del territorio. E il consumo di suolo».
Ma tanto, tutto è rinviato a lunedì, al nuovo incontro di maggioranza e al successivo faccia a faccia fra Rossi e il ministro Franceschini.

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