Rosy Bindi “Salvini e M5S fanno quello che toccava a noi”

mercoledì
27 giugno 2018
Testata:
REPUBBLICA FIRENZE
Pagina:
III

Intervista

MASSIMO VANNI

La Toscana rossa franata sotto i colpi di Salvini? Per Rosy Bindi non è poi così strano perché tutto si è capovolto: «Sono Lega e 5 Stelle che fanno la sinistra».

Bindi, ma che ha di speciale Salvini per un toscano?
«Ha intercettato la protesta, lo scontento dei cittadini e dei toscani. A Siena pesa la vicenda del Monte dei Paschi, a Pisa quella del fenomeno migratorio, che non è un’emergenza ma è percepito tale».

Solo Mps e immigrazione? «C’è ormai una ribellione in atto nel Paese che le forze populiste sanno interpretare. In questo senso Salvini ha fatto un capolavoro». Che fine ha fatto il senso d’appartenenza dei toscani? «Il Pd ha fallito nel suo progetto. E ha fallito il Pdr, il Pd di Renzi. Calenda e io abbiamo sicuramente una visione diversa però mi fa piacere che abbia sostenuto quello che io ho sostenuto prima di lui. Adesso il Pd si sciolga e si metta a disposizione di una costituente di sinistra. Non c’è altra via d’uscita. E sono di buon auspicio le parole di Romano Prodi che mi pare vadano in questa direzione ».

Ma come spiega che la Lega sia penetrata così facilmente in una terra come questa?
«A parte l’immigrazione e il progetto disumano di Salvini, che piace a tanti elettori di sinistra, il punto vero è che tutti i temi con cui Lega e 5 Stelle hanno vinto le elezioni sono argomenti tipicamente di sinistra: disuguaglianze, povertà, pensioni. Argomenti con i quali la sinistra un tempo vinceva le elezioni e oggi le perde. Riconosco, ahimè, grande abilità a Salvini, anche se lo ritengo pericoloso per il paese. Ma la sua fortuna è stata anche la demagogia del Pd. Se invece di pensare agli 80 euro si fosse fatto il reddito d’inserimento, forse…».

Secondo lei l’affermazione della Lega sarà effimera? «Dipende dall’alternativa che sapremo o no creare: contare sugli errori degli altri è sempre sbagliato. Il Pd deve riconoscere il suo fallimento, mettersi a disposizione di una ricostruzione della sinistra assieme al sindacato, al mondo cattolico, all’associazionismo. Se ci rivolgiamo al popolo che abbiamo ignorato spesso offeso, forse ce la possiamo fare».

Ma come spiega che un elettore di sinistra voti Lega? «Non è stato offerto un progetto credibile. Ma soprattutto si è smesso di coltivare i valori fondamentali della solidarietà, della dignità della persona, dell’accoglienza».

È stato lo stesso Pd ad aprire il varco alla Lega?
«Non mi sento responsabile. Quando c’era l’egemonia di sinistra i cattolici non erano in prima fila e quando è arrivato Renzi io mi sono trovata tra quelli che voleva rottamare, senza riuscirci. Forse anche il mondo cattolico deve riflettere, visto che ha votato in modo omogeneo con il resto degli italiani: il populismo è quanto di più lontano possa esserci dalla sinistra e dal cattolicesimo democratico».

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