Salve le Apuane cavatori in rivolta

TIRRENO Pagina: 10

Salve le Apuane cavatori in rivolta

Disco verde al lodo Rossi-Franceschini, oggi l’ok in consiglio. Le aziende lapidee: chiuderemo tutti.In 500 a Firenze

Disco verde del Pd al piano del paesaggio, che oggi andrà in aula per la discussione e approvazione. Il via libera del gruppo è un passo fondamentale, forse decisivo per il sì al piano. Ma la giornata di oggi si annuncia calda. Non solo per la battaglia annunciata dalle opposizioni(«presenteremo 200 emendamenti», ha minacciato il capogruppo di Forza Italia, il versiliese Giovanni Santini) ma anche per la rivolta dei cavatori. Che approderanno a Firenze per una manifestazione di protesta davanti a palazzo Panciatichi, sede del parlamento toscano. «Saremo almeno in 500 a protestare contro un piano inaccettabile e di inaudita gravità. Le nuove norme non tutelano né il territorio, perché l’abbandono e l’impoverimento di certo non lo favorisce, né il lavoro, le attività esistenti cessano con le autorizzazioni in corso, poi la chiusura definitiva», spiega Rosi Fontana, portavoce del coordinamento delle imprese lapidee apuo-versiliesi. Pellegrinotti infuriato. L’annuncio della marcia dei cavatori su Firenze è arrivata poco dopo le venti, al termine di un giornata convulsa. Il cellulare del governatore Enrico Rossi è squillato all’alba. Era un inferocito Ardelio Pellegrinotti, il consigliere Pd della Garfagnana che in commissione ambiente si è battuto per difendere le ragioni dei cavatori. «Avevo letto durante la notte gli emendamenti concordati a Roma dalla giunta con il ministero e non mi piacevano affatto. Poi Rossi mi ha spiegato meglio e noi stessi abbiamo avanzato dei correttivi e ora il piano, anche sulle Apuane, mi sembra un giusto equili brio tra quanto venuto da Roma e i nostri obiettivi di salvaguardia del tessuto produttivo del marmo», spiega Pellegrinotti.
Il testo concordato a Roma è stato poi oggetto di una mattinata di discussione tra Rossi e il gruppo del Pd, presente anche la dirigente Maria Sargentini(la stessa che ha seguito i problemi ambientali della Concordia). Secondo una nostra fonte l’incontro si è imperniato soprattutto sulle spiegazioni di Rossi. «Parrebbe (visto il silenzio degli anti Marson) che sia stato ottenuto un accordo con una prevalente attenzione al paesaggio, ma con qualche contentino ai lobbisti», ci racconta via sms la nostra fonte. Soddisfatto anche Tortolini. All’ora di pranzo fumata bianca: il gruppo dà il via libera
all’intesa tra Regione e Mibact, il ministero dei beni culturali. Soddisfatto Pellegrinotti ma anche Matteo Tortolini, che in queste settimane, lui consigliere di Piombino, ha sollevato soprattutto i problemi del litorale: «Entro i 300 metri dalla costa si distinguono gli arenili dove la tutela è massima e le aree retrostanti dove si consentono ampliamenti, recuperi con cambi d’uso per fini turistici con incremento volumetrico del 10%. Un buon risultato per il turismo toscano che guarda alla qualità.
Parrini: «Piano riformista». Esulta anche Dario Parrini, il segretari o del Pd: «Volevamo un piano innovatore e riformista, senza unilateralismi e ideologismi, che fosse equilibrato e tutelasse insieme sviluppo e lavoro. Il testo che il consiglio voterà avrà queste caratteristiche. Un grazie al gruppo del Pd che ha saputo mantenere in queste settimane la barra dritta malgrado falsità e pregiudizi», commenta.
Poi nel pomeriggio, in apertura di consiglio, Rossi informa i consiglieri dell’intesa raggiunta con il ministero. E spiega i due punti salienti dell’accordo. Le cave delleApuane. Per quanto riguarda le Apuane, non si potranno aprire nuove cave sopra i 1200 metri, nei crinali e nei circhi glaciali.Unica eccezione sopra quella quota viene concessa al bacino estrattivo di Minucciano e alla cava di Levigliani, in Alta Versilia. U i cavatori potranno continuare ad estrarre marmo, ovviamente per quanto già autorizzato, perché «in quei posti le cave rappresentano il sostentamento di piccoli paesi». Rimangono aperte dunque per ragioni sociali.Cosï come saranno consentiti ampliamenti e riattivazioni di vecchie cave purchè inserite dentro un piano di recupero di competenza regionale, mentre per le cave a cavallo dei 1.200 metri si può continuare le attività sempre che il piano di recupero lo consenta.
Gli arenili. Le coste, spiega Rossi, sono tutelate ed è prevista la possibilità solo di strutture mobili e temporanee, con il prolungarnento della permanenza che originariamente era prevista solo per 90 giorni, in sintonia con l’obiettivo di prolungamento della stagione balneare. Rispetto agli edifici già esistenti sono ammesse ristrutturazioni e ampliamenti fino a un massimodel 10%.
E l’assessore all’urbanistica Anna Marson? Silenzio, fa sapere che parlerà oggi, ma pare non abbia gradito alcune modifiche al testo concordato con il ministero. «Ma io non voto», sorride. Come dire che i pericoli per il piano non vengono da lei. Si accavallano voci di ulteriori emendamenti di consiglieri del Pd. Poi la marcia dei cavatori. Ma Rossi ostenta tranquillità. «Io vado a casa. Voglio andare a dormire, ho sonno arretrato da smaltire», dice all’autista, a tarda sera.
Alla fine dei 2014 i lavoratori dei distretto erano 4.892
Secondo l’indagine congiunturale di Imm sul settore lapideo, nel 2014 gli addetti impiegati nel comprensorio Apuo-versiliese del marmo erano 4892.
Si tratta di circa 500 lavoratori in meno rispetto a quelli del distretto veneto: l’area apuana però primeggia perla propensione alle nuove assunzioni. Secondo le cifre contenuto nel rapporto, presentato ieri mattina nella Marmoteca di Carrara Fiere davanti a una nutrita platea di addetti ai lavori, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni, nel corso del 2014 le persone impiegate nel comprensorio apuo-versiliese sono state 4892 (con un intervallo di confidenza, come dicono i tecnici, che oscilla tra i 4105 e i 5679, ndc) a fronte delle 5434 occupate nel distretto veneto mentre, in tutta Italia, gli addetti superano di poco le 40 mila unità. A conferma della leadership dei due principali comprensori del lapideo arrivano i rilievi circa le dimensioni delle aziende, superiore di quasi due punti alla media italiana: nelle ditte di marmo apuo-verisliesi lavorano in media 6,8 addetti, in quelle venete 6,6 mentre nel resto del paese solo S.

Condividi questo articolo

Lascia un commento