San Francesco, possibile sblocco

domenica
6 maggio 2018
Testata:
TIRRENO PISA
Pagina:
IV

Nel giro di due o tre settimane potrebbero essere “liberati” i 2,4 milioni della Fondazione Pisa

PISA

Si è costituito il comitato per la promozione, tutela e salvaguardia della chiesa di San Francesco, da sei anni imbrigliata da un cantiere “deserto” di operai. L’assessore ai lavori pubblici Andrea Serfogli è intervenuto nella seconda assemblea indetta dalla parrocchia, annunciando «il possibile sblocco nel giro di 2 o 3 settimane, della donazione da parte della Fondazione Pisa al Ministero dei Beni Culturali».

La Fondazione aveva stanziato 2,4 milioni di euro che sono rimasti in stallo per circa otto mesi per la mancata firma dell’accordo da parte del Ministero. Sempre la Fondazione aveva dato un termine finale per la firma della convenzione che doveva essere siglata già a marzo.

Il comitato si è costituito due giorni fa ed è composto per ora da 30 persone, cinque fanno parte del comitato direttivo presieduto dal parroco che, in questa fase, è il padre guardiano lulian Budau. «Il comitato è aperto a tutti, soggetti ed enti pubblici, associazioni e privati cittadini e ha lo scopo di tenere viva l’attenzione pubblica sui lavori alla nostra chiesa», dice Budau.

La prima iniziativa in programma è per il 13 maggio assieme ad Italia Nostra. Lo statuto del comitato è costituito da 12 articoli e sarà portato all’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto. «Noi vogliamo essere dei facilitatori dell’intera vicenda dei lavori alla chiesa e non vogliamo incatenarci ai portoni di questo o quell’altro ufficio», dice Budau. Allo stato attuale, il comitato non può raccogliere fondi tantomeno se si pensa alla considerevole entità di finanziamento necessaria all’inizio e completamento dei lavori. Per ora infatti c’è un’enorme impalcatura ma stando a quanto riferito in assemblea, non ci sono operai al lavoro. E l’assemblea si indigna sul fatto che quella imponente ed invasiva impalcatura ha sicuramente dei costi di noleggio da sei anni e se ne prevedono altri quattro per la fine dei lavori. Sul fronte dei finanziamenti della Fondazione, Serfogli ribadisce che «c’è stata una nuova corrispondenza tra il ministero, la sovrintendenza e la Fondazione secondo cui si starebbe valutando di trovare un nuovo meccanismo di erogazione dei fondi e sembrerebbe che la Fondazione sia disponibile ad andare incontro a questo nuovo accordo». I condizionali nelle parole di Serfogli denotano la difficoltà burocratica dell’accordo. Dalla Fondazione, con la cautela che le compete, si fa sapere che «non risultano rilevanti novità sul fronte dei finanziamenti per San Francesco».

La questione è già abbastanza nota e cioè che la Fondazione vuole destinare quei fondi alla chiesa ma «pone molti vincoli allo Stato tra clausole restrittive e fideiussioni», ricordò Serfogli alla prima riunione pubblica della parrrocchia di San Francesco. «E sarebbe opportuno dunque arrivare ad una nuova convenzione tra la Fondazione e le sovrintendenze coinvolte», ha proseguito l’assessore alla riunione costitutiva del comitato. Nel frattempo, però, verrebbe da chiedersi che cosa possa fare l’arcidiocesi. In realtà, può far poco perché ha le mani legate, in quanto il bene, dai tempi napoleonici, è stato “laicizzato” ed è demaniale, i frati sono degli “inquilini”. Sta dunque ai parrocchiani e a tutti i cittadini che hanno a cuore Pisa muoversi per salvare uno dei più preziosi tesori della città dove tra le varie “chicche” storico-culturali c’è quella della tomba del dantesco Conte Ugolino della Gherardesca. Anche soltanto questa perla storico-culturale e letteraria spronerebbe all’estero un grande interesse di valorizzazione turistica del luogo. Oggi la chiesa non è neppure fotografabile per le impalcature, di lei nessun turista avrà un minimo ricordo.

Il comitato sarà un sicuro stimolo per tenere alta l’attenzione sulla chiesa e Fai ed Italia Nostra, oltre alla Fondazione, faranno sicuramente la loro parte. «Tutti insieme possiamo salvare la chiesa, la sua storia e la sua popolarità che hanno da sempre unito credenti e non», ha concluso Budau.

Carlo Venturini

Due anni senza chiesa di San Francesco. Due annidi “trasferte” per i fedeli ma anche di impossibilità, peri tanti turisti che frequentano la città, di visitare il gioiello trecentesco che conserva, al suo interno un patrimonio artistico e architettonico di assoluto pregio. Nella chiesa che conserva, tra le altre, le spoglie del Conte Ugolino e una copia della Sacra Sindone, i guai sono noti. Risale al 2013 il primo crollo durante una funzione religiosa mai problemi con le infiltrazioni c’erano già. A suon di impalcature e promessesi è arrivati a oggi con il cantiere perla messa in sicurezza in ritardo e i soldi per il restauro messi a disposizione dalla Fondazione Pisa che rischiano di andare perduti.

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