San Martino: rilanciare la bellezza, fermare la speculazione

Le trasformazioni urbanistiche che la giunta Conti sta portando avanti in San Martino peggioreranno notevolmente la vita delle cittadine e dei cittadini che ci vivono e lavorano: abbiamo già contestato ampiamente le operazioni degli ultimi anni, a partire dalla trasformazione dell’ex-cinema Ariston in nuove residenze: case dove la città è già satura e quindi problemi ulteriori per traffico e sicurezza idraulica, mentre in tutta la città ce ne sono migliaia lasciate volutamente sfitte per drogare il mercato degli affitti. Noi abbiamo invece proposto che l’area dell’ex Ariston ridiventasse un cinema o desse spazio ad un centro culturale polifunzionale.

Ma le operazioni, tutte nella stessa direzione di un notevole aumento della pressione residenziale senza nemmeno contemplare un miglioramento della qualità della vita nel quartiere, sono svariate.

Sull’ex Distretto 42 si profila la privatizzazione speculativa di una parte del quartiere che diventerà sede di abitazioni di lusso chiudendo definitivamente il parco Andrea Gallo alla città. Noi che volevamo il recupero a partire dal progetto partecipato del Municipio dei Beni Comuni, lo chiediamo per ridare spazi verdi, sociali e di servizi.

Che dire del rudere Pampana sul Lungarno? Da anni chiediamo che si rinunci a ricostruire per destinare l’area a un parco della memoria che metta in comunicazione Lungarno con Giardino Scotto e ricordi la seconda guerra mondiale a causa della quale il rudere crollò: una porta verde sui lungarni. Ma niente, anche in questo caso vince la tradizione: si vogliono ancora residenze e parcheggi, naturalmente anche per il vallone del Giardino Scotto che per questa giunta deve tornare a riempirsi di auto. Una follia totale.

Ma ci sono altre importanti operazioni economico-finanziarie sul quartiere: dalla messa all’asta della Banca d’Italia, in cui la logica è ancora quella della massima rendita possibile, fino alla trasformazione dell’ex-catasto in una struttura ricettiva.

Dulcis in fundo: un nuovo supermercato proprio a due passi dall’ex-Catasto, come ne abbiamo visti nascere in questi anni al posto del commercio di vicinato costretto a chiudere dall’esorbitanza dei costi che devono sostenere e dalla crisi. Noi crediamo che invece il piccolo commercio di vicinato debba essere difeso perché costituisce un elemento fondamentale di vita dei quartieri.

Tutte queste trasformazioni sono connesse da un unico filo: la difesa di interessi privati e soprattutto speculativi, e l’assoluta mancanza di partecipazione e coinvolgimento della cittadinanza da parte dell’amministrazione comunale: le persone si trovano di fronte a cambiamenti strutturali del luogo in cui vivono e non ne vengono neppure informate.

Il centro storico deve davvero diventare per Conti – come per le amministrazioni di centrosinistra che l’hanno preceduto – un luogo solo per turisti e residenti di lusso, senza attività di prossimità, senza spazi verdi pubblici, aumentando le residenze e il carico urbanistico con i conseguenti effetti negativi sul traffico e quindi sull’inquinamento, ma anche sulla vulnerabilità idraulica. Tutto questo non viene dichiarato in un piano urbanistico: lì invece si finge di voler andare verso una città bella e vivibile, ma si è portato avanti attraverso singole operazioni senza minimamente valutare il loro effetto complessivo.

E’ davvero dannoso e inaccettabile, toglie a San Martino tutto il suo respiro e le sue caratteristiche. Da qui anche la nostra proposta delle piazze del centro libere da auto: se si assume questa idea e si lavora per dare seri servizi di mobilità si restituiscono bellezza e vivibilità a questo come ad ogni quartiere.

La Giunta Conti pensa a soddisfare gli appetiti dei costruttori e porta avanti una politica che passa esclusivamente da nuove residenze e parcheggi, mentre in città i bisogni sono altri, a partire dalla mancanza di spazi sociali, culturali e di incontro, come sale cinematografiche e teatri, spazi verdi e fruibili.

San Martino e la sua bellezza e ricchezza vanno tutelate e queste operazioni che la destra sta portando avanti vanno fermate per riprogettare davvero il quartiere sulla base dei bisogni di chi ci vive e lavora.

Una città in comune
Rifondazione Comunista

 

Questo slideshow richiede JavaScript.

Condividi questo articolo

Lascia un commento