«Scelta politica il raduno scout»

sabato 14 giugno 2014, TIRRENO PISA Pagina: VI

«Scelta politica il raduno scout»

Dura critica di 5 rappresentanti su 7 dei Comitato scientifico del Parco sulla scelta di San Rossore

di Giovanni Parlato 0 PESA

Il raduno dei 32mila scout Agesci al Parco di San Rossore in programma ad agosto crea un altro fronte di ostilità o, perlomeno, di forti perplessità su quella che è una scelta politica della Regione Toscana, ancora prima di essere stata valutata da esperti e ricercatori. E stavolta, la critica non arriva da un gruppo “esterno” (capitanato dal prof. Fabio Garbaci dell’Università di Pisa) con oltre duecento firmatari, ma da cinque componenti su sette del Comitato scientifico del Parco di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli.l cinque firmatari sono Giuliana Biagioli, presidente del Comitato, Mariella Baratti, Alessandro Chiarucci, Simona Maccherini, Lorenzo Peruzzi.
I cinque componenti sottolineano «lo stupore» per essere stati informati del raduno Agesci al Parco di San Rossore «dagli organi di stampa e non dai canali ufficiali del Parco, del quale è chiamato ad essere il supporto tecnico-scientifico». E vero che i vertici del Parco non erano tenuti, per statuto, a informare il comitato scientifico, «però – sottolineano i cinque firmatari – si è persa l’opportunità di acquisire pareri che avrebbero tra l’altro potuto indirizzare meglio, almeno su alcuni punti, lo studio di incidenza».
Quindi, si entra nel merito dell’organizzazione del raduno. In sede di Comitato scientifico, in accordo con le procedure previste dal Manuale per la gestione dei siti Natura 2000, era stato chiesto «lo spostamento in aree meno sensibili del Parco di San Rossore, Migliarino e Massaciuccoli rispetto alle Tenuta di San Rossore, nella quale la sostenibifità dell’evento era almeno dubbia. La richiesta non è stata accolta».
I cinque firmatari sottolineano che «l’impostazione dell’evento è stata decisa e condotta in sede politica prima che tecnico-scientifica». Da ciò ne consegue che «le criticità e il grado di impatto e di disturbo ambientale – che pure chiaramente emergono – non risultano sufficientemente determinabili in base agli studi condotti, il che desta viva preoccupazione».
Il Comitato scientifico dà atto agli organi tecnici del Parco (direttore e staff del Servizio “Conservazione e risanamento ambientale”) di aver svolto «un consistente lavoro di approfondimento delle opere di mitigazione degli effetti della Route, a partire dalla gestione degli scarichi, che dal fosso del bosco meso-igrofilo sono stati dirottati a confluire in due esistenti reti fognarie, e dello spostamento di alcune attività previste nei giorni del raduno dalla pineta e dalle zone prative alle piste battute di allenamento dei cavalli». Ma sarà sufficiente?

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