Sciopero lavoratori Retiambiente: serve un cambio di rotta

Sosteniamo e siamo presenti allo sciopero indetto dalle sigle sindacali Cobas e Usb per i lavoratori e le lavoratrici di Retiambiente, la megasocietà unica di gestione dei rifiuti dell’ATO Toscana Costa.

Purtroppo tante delle preoccupazioni e criticità che in questi anni abbiamo denunciato sul settore dell’igiene pubblica con la decisione di creare questa società trovano oggi conferma: dalla carenza di personale alla questione dei mezzi e delle attrezzature della raccolta. Problemi che vengono da lontano e su cui oggi non esistono delle soluzioni credibili.

A questo si aggiungono questioni che anche i soci di Retiambiente a partire dal Comune di Pisa devono affrontare e su cui devono dare risposte dal demansionamento e un piano del personale che risponda realmente ai carichi di lavoro che devono essere svolti e che oggi sono eccessivi rispetto al numero insufficiente di addetti.

Riteniamo inoltre che la questione posta dai  lavoratori sia fondamentale:  ovvero il diritto di votare le proprie rappresentanze sindacali, che invece sono state sospese negli ultimi due anni, e che sono essenziali per una corretta e trasparente gestione delle relazioni tra le parti.

Da sempre riteniamo che sia necessario abbandonare le logiche del mega ATO e pensare, invece, per la gestione di questo servizio ad ambiti territoriali omogenei in cui le comunità si riapproprino della programmazione che deve tenere insieme l’intero ciclo dei rifiuti con l’obiettivo dei rifiuti zero, con una raccolta differenziata sempre più estesa ed efficace e una progressiva chiusura degli inceneritori .

Gli obiettivi da tenere insieme sono: rispetto ambientale, livelli occupazionali e salariali adeguati, pari trattamento in termini contrattuali, economici e di carichi di lavoro per il personale degli appalti, e riduzione delle tariffe per i cittadini le cittadine avendo come obiettivo la tariffazione puntuale, a fronte invece degli aumenti spropositati e assolutamente non trasparenti degli ultimi anni.

Vi è inoltre l’ipocrita e strumentale attenzione dedicata all’aumento dei costi del personale, dovuto alle giuste e dovute stabilizzazioni degli appalti scaduti (AVR e ATI), mentre ci sono altre uscite assolutamente infondate e insensate.

Ci riferiamo alla questione degli aumenti dei compensi da parte del Cda di Retiambiente, come emerso grazie ad una nostra interpellanza nell’ultimo consiglio comunale.

Il Consiglio di Amministrazione di Retiambiente si è aumentato il compenso con una cifra che, secondo gli stessi uffici comunali, contravviene alle norme vigenti: 60.000 euro al Presidente e 24.000 euro al Vicepresidente e agli altri consiglieri. Gli stessi uffici comunali evidenziano che questo non è in linea con la legge in quanto “il limite attualmente della disciplina è di 6.400,00 per tutto il CDA ai sensi dell’articolo 11 del Dl.gs. 175/2016”.

Ricordiamo che i compensi dei membri del Cda vengono pagati dai cittadini e delle cittadine tramite la Tari, e un aumento dei compensi significa un aumento della Tari.

Ci chiediamo come sia possibile che a fronte di un simile rilievo da parte dell’ufficio comunale il Comune di Pisa, anche attraverso la propria rappresentante nel Cda di Retiambiente, la dottoressa Palagini, non abbia preso alcuna iniziativa di verifica o azione nei confronti di questa decisione di aumento dei compensi.

La lotta dei lavoratori di oggi ci permette di tenere aperta la questione di una corretta gestione dell’igiene ambientale, che metta al centro l’interesse dei cittadini  e delle cittadine e dei lavoratori e non i profitti.

Una città in comune
Partito della Rifondazione Comunista

Condividi questo articolo

Lascia un commento