Se vivessi ancora a Pisa, per una volta, non avrei dubbi

Tra le città con le quali mi è capitato di avere a che fare Pisa è sicuramente quella a cui sono rimasto più intimamente legato. Lì ho passato gli anni dell’Università, gli anni delle prime amicizie post-adolescenziali, gli anni in cui, per un “provinciale” come me, ci si incontra con esperienze e pensieri differenti rispetto al paesino e al contesto di origine. Sono stati anni di sperimentazione e riflessione a cui continuo a fare riferimento, in particolare quando (come ogni cittadino) mi interrogo sul panorama politico e sulle vicende pubbliche che mi circondano.

Forse dalla intensa partecipazione di quegli anni, mi è rimasto un altissimo coinvolgimento “emotivo” per i temi di dibattito pubblico. Coinvolgimento che col passare del tempo trova sempre maggiore frustrazione di fronte alle proposte politiche che si susseguono e ai loro inesorabili fallimenti. Per non parlare della difficoltà nel rintracciare coerenza nelle azioni di singoli e gruppi che si cimentano nella vita politica, locale o nazionale. Gli anni passano e alcuni volti, non più giovanissimi come il mio, iniziano a transitare nei luoghi pubblici della politica. Volti con cui ho condiviso dibattiti, azioni, idee. E allora la mia ossessiva richiesta di coerenza si fa sempre più incalzante e sempre più di rado trova soddisfazione.

Pisa, dicevo, ha sempre colpito (e non solo un provinciale come me…) per la sua capacità di generare occasioni di dibattito, tavoli di confronto originali e maggiormente disposti –piuttosto che altrove- a cercare nuove soluzioni e sperimentare nuove modalità di relazione politica e sociale. Più che altrove – a Pisa – ho conosciuto una spinta civica capace di aprirsi e capire le necessità della comunità che ospita. Ho avuto modo di apprezzare in molte occasioni la profondità di analisi, la capacità di non fermarsi al pregiudizio ma di avere un approccio più complesso ai temi in discussione. Ma soprattutto ho percepito una forte componente di solidarietà e rispetto che non ho più riscontrato in altri contesti.

Oggi io non sono in grado di leggere a fondo il contesto politico pisano, sebbene alcuni segnali mi facciano immaginare un quadro simile a quello nazionale. Un quadro in cui la discrepanza tra le esigenze delle persone e la leziosità della gran parte dei soggetti politici rinnova la mia frustrazione. E alimenta la mia ansia di coerenza. Ansia e frustrazione per niente capaci di rifugiarsi in partiti e movimenti che urlano soluzioni tascabili o propongono equilibrismi che niente hanno a che fare con la coerenza.

Coerenza, appunto. Nella mia scala di valori (certamente anche politici) ha un posto molto elevato. Nei pressi della solidarietà e del rispetto. E ancora una volta Pisa mi suggerisce una rotta, un percorso che (finalmente!) avrei intrapreso senza tapparmi il naso e senza rinunciare, come spesso ho fatto, alla partecipazione al voto. Credo di riconoscere nell’iniziativa di Una Città in Comune per le prossime amministrative pisane un soggetto in grado di rispondere alle principali ansie politiche di cui soffro. Si tratta di una lista di soggetti riconoscibili in percorsi confluenti, che non hanno alcun bisogno di vestirsi di nuovo. Chiamano le loro idee con nomi facili e identificabili: solidarietà, sostenibilità, sinistra. Non parlano alla “base” ma chiamano la base a prendersi il suo posto. E ci mettono poco perché hanno sempre fatto questo.

A guardarla bene, è l’unica rotta che mi è sempre piaciuta. Ogni marinaio qui sa sempre dove si trova e sa di contare davvero quanto il suo skipper.

A proposito dello skipper…

Ciccio Auletta –si sa o ve lo dico…- è per me un caro amico. Molto caro. Ha rappresentato in questi anni il mio legame costante con Pisa e gli amici pisani. Se serve, sono pronto a giurare sulla sua buona fede, sulla sua scrupolosità nell’approfondire qualsiasi argomento, sulla sua abnegazione nel sostenere una causa giusta, solidale, onesta. È stato con me in tante fasi e vicende più o meno serie. È stato ed è con me quando si tratta della mia malattia e della mia battaglia contro l’ottusità di una parte del mondo della ricerca medica.

Con coerenza.

Antonello Tovo

Condividi questo articolo

Lascia un commento