Sequestri violenti», chiesto incontro al prefetto. La comunità senegalese e Africa Insieme criticano le modalità e il nome dell’operazione Falange

domenica 8 giugno 2014, TIRRENO PISA Pagina: V

«Sequestri violenti», chiesto incontro al prefetto

La comunità senegalese e Africa Insieme criticano le modalità e il nome dell’operazione Falange

giunge che oltre al «cattivo gusto del nome» prescelto per l’operazione, va detto che «con gli inseguimenti c’è il rischio che qualcuno si faccia male». Proprio mercoledì scorso, invia vecchia Pietrasantina, un ragazzo senegalese è finito all’ospedale durante un sequestro. Saliou Hann, suo amico e testimone oculare, ricostruisce la scena: «Sono arrivati i carabinieri e lui è scappato; ha perso degli oggetti e si è fermato per raccoglierli. A quel punto gli uomini in divisa lo hanno raggiunto e lui è caduto su un palo». E stata una spinta secondo i senegalesi, un incidente secondo le forze dell’ordine: in ogni caso è stata chiamata un’ambulanza per il soccorso e ora il paziente è stato dimesso con un decreto d’espulsione.
I senegalesi giurano che non vendono merce contraffatta («ci riforniamo dai negozi degli arabi e rivendiamo gli oggetti in cambio di piccole offerte») e che scappano perché privi di documenti. Qui si apre un capitolo delicato: Bontempelli si chiede perché «per il rinnovo di un permesso di soggiorno solo a Pisa la questura chiede come sono vissuti e che reddito hanno avuto i senegalesi dal 2010 al 2013».
Insomma, l’incontro con il prefetto sarebbe l’occasione per esporre il proprio punto di vista e le proprie esigenze: la
legge chiede come vivrai, non di sapere il tuo passato; perché, se per queste lungaggini gli immigrati «perdono il permesso, non è più possibile coinvolgerli nei percorsi di inclusione che servono a sottrarli dalla vendita ambulante, percorsi a cui l’amministrazione dice di tenere».
Bontempelli conclude: «I sequestri si fanno in nome della legalità, ma essa non si difende calpestando i diritti umani». Babacar Ndiaye tiene a evidenziare che «non abbiamo problemi coi pisani, perché la nostra presenza dà loro sicurezza contro furti e scippi. E aiutiamo anche i turisti». Infine Ciccio Auletta, consigliere comunale di “Una città in comune” annuncia un documento da presentare in sala Regia con cui chiederà al sindaco di sospendere l’operazione Falange e di incontrare la comunità senegalese.
La comunità senegalese di Pisa e l’associazione “Africa insieme” chiedono un incontro con il prefetto al fine di fermare l’operazione Falange condotta dai carabinieri e dal corpo di polizia municipale per contrastare l’abusivismo commerciale e la vendita di oggetti contraffatti: «Secondo noi- spiega Khabane Ndao, rappresentante dei cittadini provenienti da Dakar e dintorni – i sequestri si svolgono in modo un po’ violento e le forze dell’ordine fanno una brutta figura con i pisani e i turisti civili».

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