Sfida sulla sicurezza. A Pisa incombe il ballottaggio

martedì
5 giugno 2018
Testata:
REPUBBLICA FIRENZE
Pagina:
I-II

 

Furti, gli spari del Cep e le minacce al leghista Ziello accendono i toni Tra il Pd in crisi e le ambizioni del centrodestra incombe il ballottaggio

«Se vuoi riportare sicurezza e decoro scegli il cambiamento», attacca il candidato sindaco del centrodestra, l’ex An Michele Conti. «La mia priorità? Realizzare una città accogliente ma sicura», si difende Andrea Serfogli, il candidato del Pd che il Pd non voleva. Se c’è un tema sopra gli altri, che deciderà le sorti della battaglia di Pisa è la sicurezza. Vera o percepita che sia.
Il tema che deciderà la prima battaglia di domenica prossima. Ma soprattutto deciderà quella del 24, visto che con 10 candidati sindaco e oltre seicento in corsa per il Consiglio ci si aspetta il ballottaggio. Una disfida che si annuncia d’antan, in un Italia tripolare. Destra contro sinistra, sicurezza contro solidarietà.

«Se vuoi riportare sicurezza e decoro scegli il cambiamento», attacca il candidato sindaco del centrodestra, l’ex An Michele Conti. «La mia priorità?

Realizzare una città accogliente ma sicura», si difende Andrea Serfogli, il candidato del Pd che il Pd non voleva. Se c’è un tema sopra gli altri, che deciderà le sorti della battaglia di Pisa è la sicurezza. Vera o percepita che sia.

Il tema che deciderà la prima battaglia di domenica prossima, quando anche a Pisa si voterà dalle 7 alle 23. Ma soprattutto deciderà quella del 24, visto che con 10 candidati sindaco e oltre seicento in corsa per il Consiglio comunale tutti si aspettano il ballottaggio. Una disfida che si annuncia d’antan, in un Italia tripolare: un duello tra destra e sinistra, secondo le attese. Del resto a Pisa i 5 Stelle hanno raccolto il 4 marzo circa il 23% e neppure con il candidato sindaco Gabriele Amore sembrano ancora pronti per il grande balzo. Destra-sinistra dunque. Sicurezza contro solidarietà.

Ora, Pisa non è il Bronx, anche se in campagna elettorale può far comodo dipingerla come tale. La raffica di furti degli ultimi mesi, negozi del centro inclusi, ha però lasciato il segno in una città già provata. Provata dallo spaccio di viale Granisci e zona stazione. Provata ancora dalla sparatoria del Cep, quando lo scorso febbraio un uomo fuori di senno ferì con la pistola quattro persone.

A queste si aggiungono le lamentele per le notti di piazza delle Vettovaglie o dei Cavalieri. E il centrodestra di Conti ci va a nozze: «Vent’anni di malgoverno Pd hanno cancellato dalla nostra città le condizioni minime di vivibilità», tuona. Giorni fa minacce di morte sono arrivate al deputato della Lega Edoardo Ziello («Le vostre teste penzoleranno dalla moschea», gli hanno scritto in una lettera). E appena ieri l’imam Mohammad Khalil gli ha offerto la sua solidarietà. Aggiungendo però che quelle minacce volevano «danneggiare la comunità musulmana pisana visto che, come potevasi aspettare, i riceventi hanno reagito contro la moschea e la comunità», dice l’imam, il cui figlio è candidato in una lista civica di sinistra.

«Solidarietà, uguaglianza, rispetto. Tre parole che caratterizzeranno la Pisa dei prossimi 10 anni», rilancia a nome del Pd Serfogli, che ha annunciato un magistrato come proprio assessore alla sicurezza.

Conti non ha neppure bisogno di calcare la mano sulla sicurezza: è già nel suo biglietto da visita. E diversamente da Serfogli, che punta tutto su cento piccoli incontri con piccoli gruppi, Conti, meno conosciuto di Serfogli, non disdegna grandi appuntamenti. Come quello di ieri sera con il presidente del Parlamento europeo Tajani, accompagnato dal coordinatore toscano di Forza Italia Stefano Mugnai. Che certo non nasconde le ambizioni del centrodestra, che il 4 marzo ha già vinto a Marina: «A Pisa il Pd è in grande difficoltà».

La bandiera leghista issata sulla Torre? Un’altra bandiera verde dopo quella di Cascina, ad un tiro di schioppo? Un’immagine fuori dal recinto del pensabile, solo fino a qualche mese fa. Adesso però è fuor di dubbio che il Pd rischia sul serio, dopo i 10 anni di governo guidato da Marco Filippeschi. E molto: che succede se al ballottaggio si aggrega la maggioranza giallo-verde appena insediata a Palazzo Chigi? La sindaca di Cascina Susanna Ceccardi, pupilla del neo ministro degli interni, lo ha già detto che proprio su Conti, al di là degli apparentamenti ufficiali (che non ci saranno), si attende il sostegno degli elettori 5 Stelle (un favore da rendere magari altrove). La prima trasposizione sul territorio dell’effetto giallo-verde nazionale con l’unico obiettivo di abbattere «il sistema Pd».

L’ex vicesegretario del Pd toscano Antonio Mazzeo, che da settimane batte le strade di Pisa, incrocia le dita: «Molti dei 5 Stelle pisani vengono da sinistra e la paura di una nuova Cascina stanno rimobilitando i vecchi compagni», assicura. A spingere i renziani e un Pd che fino a questo momento non ha fatto poi molto, invece, ci penserà il senatore Andrea Marcucci, ambasciatore di Matteo Renzi, che venerdì concluderà la campagna di Serfogli.

Il Pd scommette dunque sui 5 Stelle “convertiti” e sulle liste civiche di sinistra, nella speranza alla fine confluiranno su Serfogli pur di sbarrare il passo a Salvini e alla destra populista. Del resto, perfino l’ex sindaco Paolo Fontanelli di “Mdp”, dopo aver rinunciato a presentare un proprio candidato, partecipa alle iniziative con Serfogli. Ma andrà davvero così? Basterà la paura della destra a colmare il fosso che in uesti anni si prodotto tra sinistra ed elettori pisani? Oppure il vento del governo giallo-verde spazzerà via d’un colpo 70 annidi potere rosso pisano come già è accaduto a Pistoia con un altro candidato sindaco ex An?

È questa la posta in gioco del resto. Strappare Pisa al Pd sarebbe come strappare uno dei cuori rossi della Toscana. Un altro passo di avvicinamento per la «conquista della Regione nel 2020», ripetono ossessivamente da mesi i leghisti di Toscana.

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