Sfratti a Pisa: + 600%, dato drammatico. Urgente blocco degli sfratti e recupero dei 171 alloggi pubblici vuoti

+ 604,30% di richieste di esecuzione forzata, +553,85% di sfratti eseguiti con la forza pubblica. Sono questi i dati drammatici forniti dal Ministero dell’Interno su quello che sta avvenendo nella nostra città sul fronte della emergenza abitativa, una bomba sociale a cui le istituzioni a partire dal Comune fino la Governo e alla Regione non danno risposta.

A fronte di un aumento della povertà e di una riduzione dei salari e della precarizzazione del lavoro il valore degli affitti sul mercato privato rimane spropositato ed inaccessibile, mentre manca qualsiasi politica per il rilancio di un piano nazionale per l’edilizia popolare.

A Pisa sono migliaia gli alloggi privati tenuti volutamente sfitti per drogare il mercato, mentre sono centinaia gli alloggi popolari tenuti chiusi perché non si investono le risorse necessarie (15.000 euro il costo medio per appartamento) per darli a chi ne ha diritto.

Da mesi denunciamo insieme con i movimenti per il diritto all’abitare e i sindacati degli inquilini questa situazione esplosiva che i numeri del Ministero confermano.

Dopo una durissima battaglia e grazie ad una fortissima mobilitazione abbiamo fatto approvare una mozione in consiglio comunale con cui si chiedeva al Prefetto un blocco temporaneo degli sfratti, alla luce anche delle gravissime responsabilità del Comune che non propone alcuna soluzione alternativa ad eccezione dell’albergazione, per la quale si sprecano centinaia di migliaia di euro l’anno senza dare nei fatti risposte dignitose.

Da parte della Prefettura non è stata intrapresa alcuna azione, sotto la minaccia di una azione legale da parte di Confedelizia, accettando un ricatto inaccettabile della proprietà.

Così non è più possibile andare avanti. Chiediamo nuovamente alla Prefettura di dare seguito a quando chiesto dal Consiglio comunale e provvedere ad una sospensione del blocco degli sfratti. Al contempo sono necessarie delle politiche di rilancio della edilizia pubblica a partire dal recupero del patrimonio abbandonato: nella nostra città e in tutta Italia sono migliaia i metri quadrati lasciati nel degrado che potrebbero essere riqualificati per garantire il diritto all’abitare.

Occorre intervenire sul mercato privato calmierando i prezzi e tutelando realmente gli inquilini, e su questo il Comune non può più girarsi dall’altra parte ma deve subito stanziare le risorse necessarie per rendere subito utilizzabili i 171 alloggi pubblici oggi abbandonati.

Una città in comune
Rifondazione Comunista

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