“Si scrive acqua, si legge democrazia”. Era questo uno degli slogan della vittoriosa campagna del referendum per la ripubblicizzazione dell’acqua.
E’ sotto gli occhi di tutti che il suo risultato non è mai stato rispettato, anzi! In tutti questi anni è stato calpestato nello stesso modo dalle forze di centrodestra e centrosinistra, che prima hanno governato separatamente e ora sono insieme nel Governo Draghi.
Ripartiamo proprio da questo slogan, perché la giunta Conti con un colpo di mano cancella il diritto alla partecipazione dei cittadini e delle cittadine sulle sorti della gestione del servizio idrico.
Venerdì 3 settembre, infatti, è stato pubblicato in fretta e furia sull’albo pretorio un avviso di consultazione pubblica, prevista per legge, riguardo all’acquisto delle quote private di Acque S.p.A. da parte dei soci pubblici.
Si tratta di una beffa incredibile: viene data la possibilità di presentare osservazioni entro il 9 di settembre. Sono stati concessi cioè meno di sei giorni, senza alcuna pubblicizzazione.
È evidente che così non si consente alcuna partecipazione nè discussione pubblica anche se il tema riguarda un diritto fondamentale degli esseri umani e anche si tratta di una decisione dalla portata economica mastodontica: 85 milioni di Euro. Questa la quota che i soci pubblici di Acque S.p.A. devono versare alla parte privata per il 45% della società; ricordiamo che il Comune di Pisa, tramite GEA srI, ne detiene il 10%.
Nelle scorse settimane abbiamo denunciato che gli stessi Consigli comunali di tutta la zona gestita da Acque sono stati tenuti all’oscuro sui dettagli del progetto; a luglio avevamo inviato una richiesta di documentazione al Sindaco e al Presidente di Acque: non hanno mai risposto.
Ad oggi anche nelle commissioni non è arrivato alcun atto, anche se tutti sanno che la delibera (uguale per tutti i Comuni) deve essere approvata entro il 20 settembre, oltre al fatto che del riacquisto delle quote attualmente in mano al privato si parla da un paio di anni, e che la procedura più concreta è partita da mesi.
Si tratta di un modo di procedere inammissibile, che rivela scarsa attenzione alla cosa pubblica da parte della giunta leghista e che esclude anziché promuovere la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini e delle cittadine.
Non siamo disposti a firmare alcuna cambiale in bianco a nessuno e la nostra unica stella polare è la vera applicazione dell’esito referendario.
Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile