Sindaco, sette contendenti scaldano i motori

lunedì
23 aprile 2018
Testata:
NAZIONE PISA
Pagina:
3

In settimana il nome deciso dai 5 Stelle. Mdp, quali scelte dopo lo strappo col Pd

di GUGLIELMO VEZZOSI

L’UNICA certezza è l’incertezza più assoluta su chi sarà il vincitore. Mai come questa volta la sfida per la conquista di palazzo Gambacorti è indecifrabile. E’ vero, sulla carta ci sono i risultati delle elezioni politiche del 4 marzo: numeri che segnano uno stacco di soli 200 voti tra Pd (24,1%) e 5 Stelle (23,6%) e un centrodestra unito – a tradizione leghista – attestato intorno al 32%. Ma si sa, ogni elezione fa storia a sé e nel voto amministrativo entrano in gioco molte altre variabili, prima fra tutte quella delle liste civiche, che a Pisa si presentano numerose e pronte e spartirsi voti e preferenze. E dunque il risultato finale è insondabile e potrebbe riservare clamorose sorprese. A oggi i candidati che hanno dichiarato di correre per la carica di sindaco sono sette, ma manca ancora all’appello il nome dei 5 Stelle e, probabilmente, quello di Mdp, partito che potrebbe deciedere di correre da solo dopo la rottura con il Pd. Proviamo dunque a fotografare la situazione attuale: al termine di un estenuante braccio di ferro il Pd ha scelto di puntare su Andrea Serfogli, che adesso proverà a ricucire rapporti e posizioni in un partito profondamente dilaniato e diviso. Il gruppo dirigente di stretta osservanza renziana ha provato a bloccare in tutti i modi questa candidatura a favore di un accordo con Mdp (il 4 marzo sotto le insegne di Leu Fontanelli & C. hanno superato l’8%). Ma Mdp ha chiesto per settimane un nome in netta discontinuità con l’amministrazione uscente e dunque il matrimonio non si è fatto. Qualcuno teme adesso che, nel segreto dell’urna, si potranno consumare vendette e tranelli anti-Serfogli il quale, viceversa, si fa forte della sua capacità di essere in grado di catalizzare voti oltre gli steccati di partito e di intercettare consensi anche nel vasto campo dei moderati non schierati col Pd. Vedremo chi ha ragione. Intanto Serfogli incassa il sostegno di due importanti formazioni, cioè Riformisti (che incontra stasera alle 20 al bar Lilli alle Piagge con una apericena pubblica) e la lista per Pisa del vicesindaco Paolo Ghezzi. Unito e coeso appare invece il centrodestra che punta su Michele Conti, direttore del Consorzio agrario e che in passato è già stato a lungo consigliere comunale. Punta al ballottaggio cercando di fare il bis e assestare un altro doloroso schiaffo alla sinistra dopo la conquista, due anni fa, di Cascina. Restano da risolvere i rapporti con Raffaele Latrofa (Pisa nel cuore) che da tempo ha annunciato di correre da sindaco e come tale si muove promuovendo incontri nei quartieri e partecipate iniziative per parlare dei problemi concreti dei cittadini. Probabilmente Latrofa vuole prima misurare la sua forza elettorale la quale, se Conti si piazzerà al ballottaggio, si trasformerà in potere contrattuale equivalente. In settimana dovrebbe sciogliersi il nodo del candidato dei 5 Stelle, altri temibili competitor, anche se questo partito appare in genere più forte quando si tratta di esprimere un voto di opinione come quello politico. A giorni sapremo comunque chi la spunterà tra l’avvocato Gabriele Amore e l’ingenere aerospaziale Giulio Lisanti. Autentica novità la lista «Patto Civico» dell’imprenditore Antonio Veronese, che punta ad essere trasversale agli schieramenti tradizionali (anche se alle ultime politiche ha dichiarato di aver fatto la croce per il centrodestra) focalizzando l’attenzione sui problemi concreti di chi in città vive e lavora. Impegno civico anche per Maria Chiara Zippel, la cui candidatura è sostenuta da «un gruppo di persone unite dallo stesso sentimento di insoddisfazione per lo stato di immobilismo in cui versa da anni la nostra città». Più politiche, infine, le candidature di Veronica Marianelli per il Partito Socialista e Ciccio Auletta per la coalizione di sinistra (Una Città in Comune, Rifondazione e Possibile), battagliero consigliere comunale uscente che in questi anni ha puntato il dito e portato all’attenzione della città tanti problemi scottanti della giunta Filippeschi.

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