Sono illegittime le tariffe praticate da Acque Spa e dall’Autorità Idrica Toscana

La sentenza del Tar della Toscana a proposito delle tariffe del servizio idrico, segna un importante passo avanti nella lunga battaglia per l’acqua pubblica. Rifondazione Comunista e numerosi cittadini, movimenti ed associazioni che sostengono una città in comune si sono impegnati in prima linea nel percorso per la ripubblicizzazione del servizio idrico in Toscana e in Italia. Per questo accogliamo con grande soddisfazione la sentenza n. 436 del 22 marzo scorso del Tar della Toscana. Tale sentenza, infatti, giudica illegittime le tariffe praticate dai gestori emesse dopo il 21 luglio 2011, in quanto “il criterio della remunerazione del capitale […] essendo strettamente connesso all’oggetto del quesito referendario, viene inevitabilmente travolto dalla volontà popolare abrogatrice”. In particolare, il TAR toscano ha stabilito che l’ex Autorità di Ambito (ATO2), composta dai 57 sindaci, ha approvato nel 2011 due delibere (la numero 12 e 13) in violazione della volontà popolare scaturita dall’esito referendario del giugno 2011, quando la maggioranza del popolo italiano ha dichiarato di volere “escludere la logica del profitto dal governo dell’acqua”.

Ciò nonostante da Acque Spa e dall’Autorità Idrica Toscana, il nuovo ente rappresentativo dei comuni toscani, non è ancora stata comunicata nessuna volontà di ridurre le bollette. Inoltre in alcuni comuni dove in questi giorni è stata consegnata la bolletta, è ancora presente la quota di remunerazione del capile oltre un nuovo aumento tariffario.

Rifondazione Comunista e una città in comune denunciano questa situazione illegittima e chiedono con forza al comune di Pisa, socio influente all’interno dell’Autorità Idrica Toscana, di attivarsi subito chiedendo ad Acque Spa il blocco dell’emissione delle prossime bollette ed il loro ricalcolo, affinché gli utenti non debbano continuare a pagare quanto non dovuto.

Quando saremo noi ad amministrare il Comune di Pisa, avvieremo immediatamente tutte le procedure presso l’Autorità Idrica Toscana per dar luogo al rimborso delle somme ingiustamente versate negli ultimi due anni dalle famiglie pisane, ovvero il 18% circa sulla componente di tariffa di ogni bolletta, operazione che chiunque e qualunque amministrazione avrebbe potuto avviare dopo il referendum del giugno 2011. Se non è ancora stato fatto a Pisa è solo per una netta volontà politica di non applicare gli esiti referendari da parte di chi ha governato sinora, nonostante i falsi plausi dell’ultimo minuto alla sentenza del TAR.

una città in comune

Rifondazione Comunista

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