Stazione Leopolda: Mercato coperto e affitti non pagati; sottrarre gli spazi pubblici alle logiche di mercato

In questi giorni stanno succedendo delle cose importanti sul futuro della Stazione Leopolda: è fondamentale fare il punto della situazione e ritornare su alcune questioni decisive per capire bene di cosa si sta parlando.

Il 15 marzo scadrà il limite del sollecito che SEPi ha inviato all’Associazione Casa della Città Leopolda per il pagamento di 100.000 euro di affitto arretrato. In questi giorni gli stessi responsabili dell’associazione hanno lanciato una raccolta fondi per coprire il debito, legato al fatto che nel 2014 il Comune di Pisa decise di non erogare il contributo annuale.

Cogliendo la palla al balzo, il sindaco Conti ha dichiarato che nella Stazione Leopolda vuole fare un mercato al coperto: non più casa delle associazioni, dunque, ma luogo dedicato alle attività commerciali. La vicesindaco Bonsangue, dal canto suo, ha annunciato che per quest’anno il contributo alla associazione Casa della Città Leopolda sarà decurtato rispetto agli anni scorsi e che la casa delle associazioni sarà spostata al Centro Sms. Notiamo per inciso che l’assessore istituzionalmente responsabile dell’associazionismo culturale, ovvero Andrea Buscemi, è assente dal dibattito, segno evidente del discredito in cui ormai è caduto: non è veramente più accettabile che rimanga in carica un assessore impresentabile, ormai delegittimato dalla sua stessa Giunta.

Ma torniamo alla questione: la Giunta leghista quindi vuole togliere le associazioni dalla Leopolda per farne un mercato. Ricordiamo che in quegli spazi fino agli anni ’90 c’era proprio un mercato, quello ortofrutticolo. Furono le associazioni cittadine a proporre di costruire un polo socio-culturale e a trovare la forza progettuale per attrarre i fondi europei che servirono per la ristrutturazione degli spazi. Se la Leopolda oggi è una “vetrina” lo dobbiamo proprio alla scelta di farne una casa delle associazioni. Conti e la sua Giunta vogliono invece far tornare Pisa indietro nel tempo, sottraendo alla città un luogo di relazioni e socialità. Si tratta di un progetto anacronistico e miope, contro cui daremo battaglia politica.

Non vogliamo però difendere la Leopolda così com’è. Se oggi l’associazione Casa della Città Leopolda è nei guai, rendendo estremamente facile per la Giunta leghista fare tabula rasa, è colpa del modello di rapporti tra associazioni e Amministrazione voluto dal PD. Modello che si può riassumere così: chiedere alti affitti per gli spazi comunali dati in concessione, in cambio di un’alta erogazione di contributi comunali. Abbiamo sempre criticato il ricatto che sta dietro questo modello (l’affitto va sempre pagato per legge, mentre il contributo è a discrezione della Giunta) e chiesto che si abbassassero drasticamente gli affitti al fine di garantire autonomia e dignità alle associazioni. Sono moltissime le amministrazioni comunali in Italia che prevedono un abbattimento della locazione dal 90% al 99% del prezzo di mercato: a Pisa si chiede la metà.

L’associazione Casa della Città Leopolda ha lanciato un crowdfunding per pagare un affitto che le scorse giunte a maggioranza PD avevano scelto intenzionalmente di mantenere alto. Ma se anche l’obiettivo dei 100.000 euro verrà raggiunto, il futuro della Leopolda non è sicuro: senza contributo comunale il modello di gestione non è sostenibile. Sono due dunque i veri nodi su cui è necessario fare una battaglia politica: la modifica del Regolamento comunale sugli spazi (e in particolare dell’articolo 15), arrivando a un abbattimento del canone locatorio del 90% – 99% rispetto ai prezzi di mercato; la rivendicazione della necessità di aumentare gli spazi socioculturali gestiti dalle associazioni. Pisa ha bisogno di questo, non di un ennesimo spazio commerciale.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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