Stefano Landucci: “Ecco perché scelgo Fattori”

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Stefano Landucci: “Ecco perché scelgo Fattori”
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Il consigliere comunale uscito recentemente dal PD illustra la sua posizione in vista delle prossime regionali, spiegando perché sceglierà la lista del Sì di Tommaso Fattori
Sono uscito dal PD ad inizio febbraio, perché quando sono molti di più i motivi per uscire che quelli per restare devi prenderne atto, e quando il tuo “avversario quotidiano” è più interno che esterno i margini non esistono più.
Ho fatto questa scelta in solitudine, non mi piace coinvolgere per forza le persone nelle mie scelte. Il dolore e la frustrazione di vedere fallito il progetto PD è mio, è personale. Sono uscito sapendo che “fuori” non c’era molto, o meglio non c’era quel contenitore che io, un po’ malato di politica avrei voluto trovare per “condividere” con altri i propri ideali, i propri progetti le proprie utopie forse. Se il Movimento 5 Stelle non fosse ostaggio delle bizze autoritarie di Grillo e se la sinistra radicale nostrana non fosse prigioniera del vecchio settarismo dei suoi leader, chissà: forse anche in Italia avremmo già “Podemos”.
Se il M5S non fosse ostaggio delle bizze di Grillo e la sinistra radicale del settarismo dei suoi leader, forse anche in Italia avremmo già “Podemos”.
In questo periodo ho “incontrato” molte realtà a sinistra del Pd. Non mi interessa l’opposizione per l’opposizione, non mi interessa distruggere il nemico. Voglio il governo, voglio fare proposte per i cittadini, per le persone che incontro. Insomma quello che è sempre stato il nostro stile, senza però farlo dentro ma fuori. Quando sono stato a fine dicembre all’incontro dell’area Civati a Bologna c’era lo spirito giusto, in quasi tutti, solo che se non ci mettiamo del nostro quel prezioso contributo si disperde, vola via.
Nel dibattito di questo periodo mi sono piaciute molto le parole della parlamentare europea Green Monica Frassoni che meglio di me identifica la strada. “Insomma, per costruire un soggetto politico alternativo e di governo non basta coagulare il dissenso pur importante di settori vitali del paese. Per battere la «rivoluzione» renziana e il partito della nazione non necessita una «controrivoluzione» identitaria e talora da amarcord, ma un’altra rivoluzione, più radicale ma anche più allegra. E in questo senso noi pensiamo che la proposta di nuova economia e società non possa fare a meno di integrare davvero e in modo profondo, anzi «rivoluzionario», l’idea oramai collaudata di un Green New Deal che, a partire dalla realtà dei cambiamenti climatici, della scarsità delle risorse e della dipendenza energetica, punti ad attività economiche «intense» in lavoro di qualità e innovazione, alla riorganizzazione degli spazi urbani, alla mobilità sostenibile, alla democrazia energetica; tematiche queste che danno alle parole «libertà» e «partecipazione» un senso nuovo, lontano da individualismi esasperati, ma anche da imposizioni moralizzatrici”.
La prospettiva dev’essere quella del Green New Deal
Io so che tutto quello che abbiamo costruito in questi anni ora e non dopo deve essere patrimonio di una nuova forza di sinistra che sa governare. Il vuoto è tanto ma le risorse sono molte, solo che corrono ognuna per conto proprio, non lasciamo il compito di aggregare a chi non lo sa fare.
Mi è piaciuto molto il percorso che hanno fatto in Liguria. Ascolto dei cittadini, confronti con le associazioni e percorso comune con l’identificazione di Luca Pastorino alla Presidenza. Di Luca apprezzo la tenacia, la scommessa, la voglia di rischiare. Il momento non è facile e mai mi permetterei di giudicare chi in questo momento fa scelte diverse, si pone molti dubbi, aspetta, vive questo momento come prematuro e non produttivo. Lo capisco, io stesso ho vissuto come dicevo all’inizio con molto dolore la mia scelta. Non esistono ricette giuste e ricette sbagliate ma credo che anche in Toscana si possa e si debba fare una scommessa forte.
La lista del SI con Fattori candidato Presidente ha un percorso diverso, molto più limitato nel tempo,
ma credo che sia una scommessa da fare, non possiamo (Podemos) lasciare a Rossi, la possibilità di governare per altri 5 anni senza provare un’alternativa.

Stefano Landucci

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