Sulla partecipazione si frantuma la maggioranza.

Insieme a tutte le altre minoranze abbiamo richiesto nella conferenza dei capigruppo di ieri di fissare per il 29 ottobre un Consiglio comunale sul tema del coinvolgimento attivo dei cittadini e delle cittadine nel governo della cosa pubblica, soprattutto alla luce della proposta della Giunta di cancellare i Consigli Territoriali di Partecipazione (CTP). Cancellazione che questa amministrazione ha deciso di portare avanti senza aver mai avviato un confronto nella città su quali possano essere forme e strumenti sostitutivi rispetto ai CTP, che peraltro da tempo critichiamo, tanto da essere stata l’unica coalizione politica che nella passata consiliatura non ha nominato i propri membri.

La nostra richiesta ha fatto collassare la maggioranza: Noi adesso Pisa ha votato a favore, Pisa nel cuore si è astenuta e la Lega ha votato contro. E’ stato determinante per la bocciatura della nostra proposta il voto contrario del Presidente del Consiglio comunale Gennai, che conferma ancora una volta la sua faziosità.

È evidente che a Conti e alla Lega non interessano né la partecipazione né tanto meno la costruzione di luoghi in cui i cittadini si organizzino e possano così pesare sulle decisioni. A loro basta l’ascolto dei soliti noti gruppi di interesse.
Noi, invece, riteniamo che l’apertura sistematica delle istituzioni al contributo attivo di chi vive nel territorio sia un passaggio fondamentale per la democrazia: non solo per dare risposta alla domanda di cittadinanza attiva ma anche per rendere le istituzioni più trasparenti nello svolgimento del proprio ruolo.

Occorre dare vita a nuovi modi di “amministrare”, in grado di colmare la distanza tra cittadine/i e istituzioni, per rinnovare le priorità della politica e il suo linguaggio, in modo da porla realmente al servizio della “comunità locale”. E l’apertura passa necessariamente attraverso la costruzione e il riconoscimento di reali spazi partecipativi, che sono tali solo quando possono effettivamente “contaminare e indirizzare” le decisioni e le scelte degli organi di democrazia rappresentativa. Per fare questo, occorre mettere al centro la tutela dei beni comuni (naturali, materiali e sociali), invertendo l’attuale tendenza alla loro privatizzazione.

Alcune proposte: il Bilancio partecipativo per l’individuazione e definizione di progetti e interventi nati dalla cittadinanza, Bilanci di genere e sociale, l’ Udienza Pubblica e l’ Istruttoria Pubblica per la formazione e approvazione di strumenti di pianificazione urbanistica e le decisioni inerenti ricostruzione, riqualificazione e rigenerazione dell’ambiente urbano, oltre che per la conservazione e valorizzazione delle risorse storiche e culturali, per l’approvazione delle opere pubbliche, pubblico-private e private di particolare importanza e significato. Ma anche strutture permanenti come le assemblee territoriali, un laboratorio dei beni comuni, e la possibilità di usare il Referendum, che deve essere vincolante per l’amministrazione.
Queste proposte si trovano nel programma con cui ci siamo presentati alle elezioni amministrative. Si tratta di proposte che evidentemente la Lega non può che temere, in quanto renderebbero difficile anche il controllo dei suoi stessi alleati. Tuttavia, appare chiaro che evitare costantemente il confronto democratico è un palese sintomo di debolezza.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

Condividi questo articolo

Lascia un commento