Salvatore Settis, Tommaso Luzzati, Luca Baldissara, Franco Bertolucci, Lorenzo Carletti, Giorgio Gallo, Cristiano Giometti, Sonia Paone, Alessandra Peretti, Piero Pierotti, Eleonora Sirsi, Cristiana Torti:
sono i primi firmatari di questo appello ad aprire una discussione sulla proposta di modificare la destinazione urbanistica dell’area del rudere dei “Tre palazzi”, sul Lungarno Galilei, avanzata dal gruppo consiliare “Una città in comune – Rifondazione comunista”, che riportiamo qui di seguito.
La guerra e l’Arno: apriamo una discussione sulla proposta di un memoriale
La proposta di modificare la destinazione urbanistica dell’area del rudere dei “Tre palazzi”, sul Lungarno Galilei, avanzata dal gruppo consiliare “Una città in comune – Rifondazione comunista” e subito condivisa da consiglieri di diversi schieramenti, porta all’attenzione pubblica alcuni elementi che meritano di essere discussi.
In primo luogo, l’opportunità che l’Amministrazione comunale chiuda una vicenda che dura ormai da 70 anni. L’area del rudere gode da sempre di una previsione edificatoria coerente con i volumi del vecchio palazzo devastato dalla Seconda guerra mondiale, ma per vari motivi non è mai stata realizzata e i ruderi sono sempre rimasti tali. I primi a pagare le conseguenze di questa situazione di stallo sono i cittadini: non è sbagliato quindi pensare di uscire dall’impasse e proporre qualcosa di nuovo riaffermando un ruolo preminente del bene pubblico.
La proposta avanzata fa leva proprio sulla storia di quell’area: sfregiata prima dalle bombe e dai cannoneggiamenti alleati, poi dalle mine tedesche, a causa della paralisi richiamata sopra è rimasta ad oggi l’ultima traccia della guerra chiaramente visibile nei Lungarni. La città celebra ogni anno il bombardamento del 31 agosto 1943 davanti alla lapide che ne ricorda le vittime, posta al Sostegno. In effetti Porta a Mare fu il quartiere maggiormente colpito dagli americani nell’operazione del 31 agosto, il primo e più grave attacco aereo subito dalla città. Ma i bombardamenti purtroppo non si limitarono a quel giorno: dall’estate ’43 ne seguirono molti altri, che si intensificarono un anno più tardi, quando il fronte si avvicinò al fiume Arno, unendosi alle granate lanciate dai cannoni dalle Colline pisane. Nella metà del giugno 1944 l’intensità di fuoco raggiunse il picco e l’obiettivo erano proprio i Lungarni e i ponti, poi minati e fatti saltare dai tedeschi in fuga. Tra il luglio e l’agosto 1944 l’Arno rappresentò il fronte che divideva l’Italia degli Alleati dall’Italia dei nazifascisti: Pisa era una città divisa e devastata.
Per questo motivo, la proposta di collocare proprio sul Lungarno un memoriale dedicato ai bombardamenti e alla pace ci sembra un’idea degna di essere discussa. Le iniziative sostenute dall’Amministrazione in questi ultimi anni, legate al progetto Memory Sharing dell’associazione “L’Acquario della memoria”, ci sembrano andare nella direzione di una valorizzazione della storia e delle memorie che abitano ancora i muri e gli edifici della nostra città. L’acquisizione per la cittadinanza di uno spazio verde in più – al posto di un rudere inutilizzato e insalubre – si unirebbe alla rievocazione di uno dei momenti più drammatici per la storia di Pisa. Il ricordo dei disastri compiuti dall’utilizzo degli arsenali bellici avverrebbe per di più in un luogo ricco di storia, che ospitava in passato il granaio cittadino: il Piaggione del grano.
Ci auguriamo dunque che la proposta venga valutata e discussa come merita, e che se ne colgano gli elementi potenzialmente utili e positivi per l’intera cittadinanza.
Aderiscono:
(in ordine alfabetico)
Luca Baldissara
Franco Bertolucci
Lorenzo Carletti
Giorgio Gallo
Cristiano Giometti
Tommaso Luzzati
Sonia Paone
Alessandra Peretti
Piero Pierotti
Salvatore Settis
Eleonora Sirsi
Cristiana Torti