Sviluppo aeroportuale e infrastrutture: nella Commissione speciale la destra rilancia un modello obsoleto ed insostenibile

La mobilità deve essere pensata in un’ottica sistemica, integrata e strategica di area guardando ai bisogni delle persone (oggi più che mai spostarsi è condizione necessaria per lavorare e studiare), alla tutela del sistema paesaggistico e ambientale, al cambiamento climatico. Esattamente l’opposto di quanto contenuto nella relazione finale approvata dalla Commissione Speciale “Piano di sviluppo aeroportuale toscano”, con cui la maggioranza ha confermato un’ottica miope, rimanendo nel solco delle concezioni più antiquate, inefficienti e insostenibili che non tengono in considerazione praticamente nulla di tutto questo.

Noi avevamo proposto ben altro e abbiamo quindi votato contro: nel documento si avalla infatti integralmente il patto del cacciucco, tra Conti e i sindaci del centrosinistra a partire da Nardella, con il quale si dà il via libera al piano di sviluppo aeroportuale proposto da Toscana Aeroporti che prevede come primo punto il via libera alla nuova Pista di Peretola, non solo inutile ma anche dannosa per i territori e le loro comunità.

Su questo tema tutti i nostri emendamenti sono stati bocciati così come è avvenuto per quelli inerenti gli interventi sul Galilei, che per noi devono rispondere prioritariamente a criteri di sostenibilità ambientale, garanzia della salute per la cittadinanza, sicurezza del traffico aereo. Eliminate la nostra proposta di uno stretto controllo dei tempi di intervento, la nostra riflessione sul fatto che l’aeroporto non può svilupparsi all’infinito, pena la salute, la qualità della vita delle persone, serissimi impatti ambientali. La maggioranza preferisce non toccare le intese con Toscana Aeroporti: secondo noi invece si deve rimettere in discussione l’arrivo dei bus privati all’aeroporto, riattivato dalla giunta Conti, e ripristinare al completo le linee di autobus pubblici tagliate in nome del Pisamover con disagi per la cittadinanza. Non è interessato evidentemente, chi governa la città, ad aprire un confronto con Governo e Regione sulle possibili ripercussioni della grave crisi del People mover, peggiorata dalla pandemia, sul bilancio comunale: tanto che anche questa nostra proposta è stata bocciata.

Vuoto spinto sulle infrastrutture viarie: si vuole continuare a farne con la stessa logica di sempre, aggiungendone semplicemente di nuove ogni volta che si saturano quelle esistenti! E’ risaputo che fare strade aumenta il traffico su gomma e questo prelude alla necessità di farne ancora. Il risultato sono impatti pesantissimi su ambiente, paesaggio, qualità della vita e salute della cittadinanza, senza vantaggi significativi in termini di mobilità, anzi: si alimenta la spirale che dà origine a questi impatti. Una spirale negativa che può essere fermata solo cambiando radicalmente ottica per dare alle persone la possibilità di muoversi senza aggravare le criticità già esistenti.

La chiave di volta, diciamo da sempre, è nella mobilità collettiva e in quella dolce: servono quindi interventi, anche infrastrutturali, pensati per ottimizzare questi due modi di spostarsi. Solo a questo scopo devono essere spese risorse sulla FIPILI, a parte naturalmente quelle necessarie a garantirne la sicurezza. Per questo non ha senso spendere milioni e milioni di euro nella tangenziale Nord-Est, davvero irrinunciabile tanto per il centrodestra quanto per il centrosinistra, e nel completamento del corridoio stradale tirrenico. E’ invece assolutamente necessario potenziare i collegamenti ferro-tranviari che connettono Firenze, Pisa, Lucca e Livorno e il trasporto pubblico locale: investendo sulla frequenza, sulla velocità di scambio e sul tipo di capacità dei mezzi di trasporto anziché sull’alta velocità di singoli vettori. Anche la mobilità ciclabile, a maggior ragione alla luce di quanto avvenuto con la pandemia, deve costituire una modalità di spostamento prioritaria: per questo occorre investire sul completamento delle ciclovie con ultimazione della Ciclopista Tirrenica da collegare alla Ciclopista dell’Arno e del Serchio e effettuare interventi per garantire la sicurezza di chi va in bicicletta.

In Germania ha avuto un enorme successo l’abbonamento a 9 euro al mese per il trasporto pubblico. In Francia con la pandemia sono state moltiplicate le vie ciclabili e anche chi era contrario ora non vuole più tornare alle strade piene di auto che c’erano prima.

Gli esempi positivi ci sono, e basterebbe usare in modo diverso le risorse. Tutto questo però non interessa a Conti e al centrodestra, come non interessa aprire un confronto con tutti gli enti interessati su progetti, tempi e investimenti per realizzare questi interventi rinviati da troppo tempo.
Evidentemente, questo è un treno che la maggioranza ha deciso di perdere anche nella Commissione Speciale, regalando risorse pubbliche ai privati e devastando il territorio.

Una città in comune
Rifondazione Comunista

Condividi questo articolo

Lascia un commento