Tangenziale Nord est: il mistero della progettazione esecutiva. Provincia reticente ed inadempiente sulla trasparenza

La reticenza della Provincia di Pisa sull’esistenza o no del progetto esecutivo della Tangenziale Nord Est è ingiustificabile.
Lo scorso 13 giugno il nostro gruppo consiliare inviò una richiesta di accesso agli atti al Presidente Angori per avere la documentazione, con i relativi pareri, del progetto esecutivo dell’opera di cui il Presidente della Regione, Eugenio Giani, aveva annunciato l’avvio dei lavori entro il 30 giugno .

Superato il termine che le norme sulla trasparenza riconoscono all’amministrazione per rispondere alle richieste, abbiamo inutilmente sollecitato la Provincia di Pisa a rispondere. Eppure la domanda è semplice: esiste o no il progetto esecutivo della tangenziale Nord-Est?

Una domanda a cui è inammissibile che un ente pubblico non risponda. Ma la ragione è evidente. Nonostante gli annunci i lavori non sono partiti ed verosimile che a giugno il progetto esecutivo non esistesse ancora: probabilmente si sono raccontate cose non vere. Si tratta di un fatto gravissimo di mancanza di trasparenza: un modello tipico che le amministrazioni seguono sulle grandi opere e che anche questa volta denunciamo con forza.
È diritto dei cittadini e delle cittadine essere informate e dovere di chi amministra rispondere.

Rilanciamo quindi pubblicamente la domanda a tutte le istituzioni coinvolte: il progetto esecutivo è stato approvato? E se non è stato approvato, perché?

L’altro fronte su cui serve chiarezza è quello delle risorse e dei tempi per il loro utilizzo. Solo il costo del primo lotto negli anni è andato crescendo progressivamente fino agli attuali 27 milioni di euro, coperti da risorse del Fondo Sviluppo e Coesione per 17 milioni di euro, dalla Regione per poco più di 6,8 milioni di euro e dalla Provincia di Pisa per 3,3 milioni di euro. Il mancato avvio dei lavori è legato ad un ulteriore aumento dei costi?

Da parte nostra siamo stati da sempre contrari, assieme alle associazioni ambientaliste, a questa grande opera sostenuta in maniera bipartisan dalle coalizioni di centrodestra e centrosinistra; abbiamo confermato e argomentato la nostra contrarietà anche in occasione del consiglio comunale svoltosi a gennaio su nostra richiesta proprio sulla Tangenziale Nord-est. Questa infrastruttura genererà più traffico, e quindi più inquinamento, come succede sempre quando si costruiscono nuove strade, consumerà suolo e distruggerà irrimediabilmente la piana agricola a Nord di Pisa, non offrendo nessuna alternativa all’uso delle auto private per chi dovrà entrare in città.

Nuove strade portano nuovo traffico, nuovo inquinamento e nuovo consumo di suolo, e la perdita di un bene preziosissimo in Italia: l’integrità del nostro paesaggio che tutto il mondo ci invidia. Sì certo, abbiamo tutti bisogno di spostarci rapidamente, abbiamo bisogno che le nostre città siano liberate dal traffico automobilistico, dal rumore e dall’inquinamento, ma c’è un solo modo per farlo in modo risolutivo e che salvaguardi il nostro pianeta per noi stessi e per le generazioni future: disincentivare il traffico automobilistico offrendo reali alternative di mobilità pubblica e condivisa, veloce, efficace e poco costosa.

La zona nord di Pisa sarà liberata dalla morsa del traffico quando i pendolari troveranno treni, tram, bus efficienti e frequenti, quando le città e i servizi saranno progettati per essere raggiungibili facilmente con i mezzi pubblici. In questo vogliamo vedere investiti i soldi del Fondo per lo Sviluppo e Coesione, e non per nuovo cemento e traffico, oppure per una nuova base militare nel Parco di San Rossore.

Oltre a peggiorare il traffico e il suo impatto sulla città, la Tangenziale Nord Est frammenterà ulteriormente il territorio danneggiando quello che rimane della pianura alluvionale dell’Arno e del Serchio dove ecosistemi di grandissimo pregio ambientale sono tutelati dalla Convenzione Ramsar e dall’Unesco. Essa avrà inoltre un impatto devastante su un paesaggio agrario di grandissimo interesse che comprende il patrimonio culturale delle pievi, delle ville e dell’Acquedotto mediceo.

Centrodestra e centrosinistra continuano a parlare di “opera strategica”, per noi è un intervento da abbandonare subito.

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