Toscana al voto e il Pd rischia la sua egemonia

domenica
10 giugno 2018
Testata:
REPUBBLICA FIRENZE
Pagina:
I-V

Se il partito perdesse anche una delle città addio alla maggioranza dei capoluoghi

Resistenza o disfatta. La battaglia del Pd che inizia oggi si combatte tra questi due estremi. Una battaglia che andrà avanti fino al 24 prossimo, perché almeno nei tre capoluoghi al voto – Pisa, Massa e Siena – oggi si giocherà probabilmente solo il primo round, in attesa dei ballottaggi. Le urne sono aperte dalle 7 di stamani e lo rimarranno fino alle 23. E anche dove il nuovo sindaco non salterà fuori, complici anche la moltiplicazione delle liste e dei candidati, lo scrutinio che seguirà subito dopo ci fornirà indizi importanti su quel che resta della ex Toscana rossa.

Se anche una sola delle tre maggiori città al voto cadrà, assediata dalle liste civiche che frammentano il voto, dal nuovo centrodestra salviniano e dai 5 Stelle in formato governativo, il Pd non avrà più l’egemonia geografica che ha avuto per 70 anni. Non governerà più la maggioranza dei capoluoghi, dopo la caduta di Livorno, Arezzo, Grosseto, Pistoia e anche Carrara.

Resistenza o disfatta. La battaglia del Pd che inizia oggi si combatte tra questi due estremi. Una battaglia che andrà avanti fino al 24 prossimo, perché almeno nei tre capoluoghi al voto – Pisa, Massa e Siena – oggi si giocherà probabilmente solo il primo round, in attesa dei ballottaggi. Le urne sono aperte dalle 7 di stamani e lo rimarranno fino alle 23. E anche dove il nuovo sindaco non salterà fuori, complici anche la moltiplicazione delle liste e dei candidati, lo scrutinio che seguirà subito dopo ci fornirà indizi importanti su quel che resta della ex Toscana rossa.

Se anche una sola delle tre maggiori città al voto cadrà, assediata dalle liste civiche che frammentano il voto, dal nuovo centrodestra salviniano e dai 5 Stelle in formato governativo, il Pd non avrà più l’egemonia geografica che l’ha caratterizzata dal secondo dopoguerra ad oggi.

Non governerà più la maggioranza dei capoluoghi toscani, dopo la caduta di Livorno, Arezzo, Groisseto, Pistoia e anche Carrara che assieme a Massa fa un’intero capoluogo. E la perdita dell’egemonia non sarebbe solo un dato per studiosi di storia politica. Perché tra soli due anni, nel 2020, la sinistra di governo toscana, di cui il Pd è l’erede ufficiale unico, è chiamata a difendere la Regione. E ben prima tra solo un anno, prima ancora di decidere il successore di Enrico Rossi, dovrà passare l’esame elettorale di Firenze (oltre a quello di Prato) il Pd di Dario Nardella. Due mosse decisive per le quali la perdita dell’egemonia regionale non sarebbe certo una bella ipoteca sul futuro.

Solo a Massa, il Pd si presenta alleato di una coalizione. Sia a Pisa che a Siena il Pd è in corsa da solo. E la battaglia si annuncia difficile come mai. Dalle urne di stanotte si capirà meglio anche, a proposito di egemonia, chi è l’astro emergente della regione. Se i 5 Stelle fin qui rimasti sempre al di sotto della media nazionale e oggi al governo del Paese, o il centrodestra a dominanza leghista, che con il leader regionale Manule Vescovi ha lanciato da tempo la campagna “Toscana 2020”. Cioè la conquista della Regione al prossimo turno.

Si capirà meglio anche cosa potrà accadere nelle due prossime settimane che ci dividono dai probabili ballottaggi. Se sarà il centrodestra ad invitare gli elettori 5 Stelle a sostenere i proprio candidati sindaci oppure viceversa, se saranno i 5 Stelle ad attendersi il soccorso verde. Chi sarà insomma il numero uno toscano della maggioranza governativa che dovrà incalzare e chiedere sostegno.

In tutto sono 20, capoluoghi compresi, i Comuni toscani al voto in questo giugno 2018. Di questi 20 però, solo 6 hanno più di 15 mila abitanti e la possibilità del ballottaggio. Oltre a Massa, Pisa e Siena, si vota a Campi Bisenzio, Pescia e Pietrasanta (sopra i 15mila). Eppoi anche a Capolona, Caprese Michelangelo, Impruneta e Marradi, Gavorrano, Magliano, Semproniano e Monte Argentario, Capraia e Rio all’Elba (Laterina-Pergine-Rio slitta). Quindi Ponte Buggianese, Poggio a Caiano, Montecatini Val di Cecina e S.Maria a Monte nel Pisano.

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