Toscana, cresce la distanza ricchi-poveri

giovedì
14 giugno 2018
Testata:
CORRIERE FIORENTINO
Pagina:
9

Lo studio delle Acli: allarme per il divario a Massa, Pistoia e Lucca

I ricchi sono più ricchi, i poveri sono più poveri. E la mappa della povertà in Toscana disegnata dal rapporto «Il modello toscano alla prova della crisi» elaborato da Iref e presentato da Acli Toscana.

Secondo l’analisi, il divario tra benestanti e meno abbienti, tra il 2008 e il 2015, è aumentato del 6,7% nella regione, più di due punti percentuali rispetto alla media italiana (+4,3°i). «Nonostante l’economia toscana abbia attutito i contraccolpi della recessione spiega Giacomo Martelli, presidente Acli Toscana la depressione economica ha causato un peggioramento delle condizioni sociali». Il rapporto individua come benestanti le persone che superano un reddito annuo di 120.000 euro, mentre considera povere quelle che non arrivano a io.ooo. Le province dove è aumentata maggiormente la fascia di popolazione intermedia sono quelle di Massa Carrara (+14,8°i), Pistoia (+11,5%) e Lucca (g,5°%). Significativa la crescita anche a Grosseto (+7,4%) e Livorno (+6,9%). Sono sotto la media regionale invece Prato (+6,4°%) e Firenze (+5,3%). Meglio ancora vanno Arezzo (+3,1%) e Pisa (+2,9%). Fa eccezione la provincia di Siena, dove il divario tra ricchi e poveri è diminuito dello o,1%.Eppure, nonostante questi dati preoccupanti, la Toscana appare complessivamente in ripresa. Sul fronte del lavoro ad esempio, sempre secondo il rapporto Acli, la nostra regione nel 2016 è tornata ai livelli di impiego pre crisi con un tasso di occupazione del 69,9°i, ben 8,3 punti sopra la media nazionale. Ad essere peggiorata è la qualità del lavoro: i lavoratori part-time sono passati dal 13,7% nel 2004 a 19,3% nel 2016, quelli a tempo determinato dall’11,8% al 14%. «Le principali vittime sono stati giovani e donne dice Martelli La flessibilità non ha funzionato sino in fondo». Così la disoccupazione femminile è salita tra il 2008 e il 2016 dal 7,2% al io,8°i. E nella fascia tra 15-24 anni, sono più che raddoppiati i disoccupati arrivando al 34% nel 2016.

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