Toscana, scontro finale tra i dem e il Carroccio

martedì
12 giugno 2018
Testata:
MANIFESTO
Pagina:
7

SFIDA TRA DUE MODI DI DECLINARE LA SICUREZZA

RICCARDO CHIARI

E i Dal voto di opinione delle politiche al voto di prossimità delle comunali, il passo può essere lunghissimo. In Toscana ne fa le spese il M5S, che dopo il travolgente successo del 4 marzo arretra parecchio, tanto da non raggiungere alcun ballottaggio nelle sei città più popolose andate alle urne. Il secondo dato che emerge dal voto è la cannibalizzazione operata dalla Lega nei confronti di Fi e FdI, pallidi comprimari in una coalizione ormai senza centro e tutta a destra.

Resiste il Pd, che in solitaria o quasi come a Siena, o con una coalizione di centrosinistra come a Massa, arriva ai ballottaggi. E può sperare anche a Pisa, dove la «sicurezza» coniugata dal Pd, contro quella xenofoba salviniana, porta a un sostanziale pareggio nel primo round. Infine la sinistra di alternativa, che a Pisa con i Diritti in Comune di Ciccio Auletta coglie un lusinghiero 7,8%, tale da renderlo il quarto polo cittadino. Mentre a Campi Bisenzio il giovane Lorenzo Ballerini sfiora il 6% con un altro buon risultato, e a Siena e Massa si oscilla fra il 3,5 e il 4%. Sotto le Apuane, viste le premesse che lo vedevano in partenza terza forza, il ricandidato sindaco massese Alessandro Volpi può attendere il ballottaggio con rinnovate speranze. Con un’affluenza al 62,3%, Volpi e la sua coalizione formata da Pd, Mdp, Si e quattro civiche è al 33,9%, mentre Francesco Persiani sostenuto da Lega, Fdi e Fi si ferma al 28,2%. Dimezza la percentuale di marzo il MSS, il cui 15,1 % ha il sapore di un grande delusione. Mentre, in vista del ballottaggio, sarà interessante capire come si muoverà Sergio Menchini, che dopo i gran rifiuto alle primarie ha messo in piedi quattro civiche, sottraendo numerosi ex consiglieri e militanti del Pd, e che ha raggiunto il 13,2%.

Nella città della Torre Pendente, con un’affluenza ferma al 58,6%, a sfidarsi il 24 giugno saranno il candidato del centrosinistra Andrea Serfogli con il 32,3%, e quello del centrodestra Michele Conti, al 33,4%. Decisivo per la vittoria a Pisa sarà il ruolo delle liste civiche, da quelle di Antonio Veronese (6,2%) orientate verso il Pd, a quella di Raffaele Latrofa (6,6%) che guarda alla destra forzista. Da non trascurare il residuo voto pentastellato, che con Gabriele Amore ha raccolto un (deludente) 9,9%, potenzialmente decisivo. I Diritti in Comune conAuletta rientrano in consiglio comunale.

A Siena, dove l’affluenza è stata del 63,1%, i 5 Stelle non correvano e in prima battuta è in vantaggio il sindaco uscente Bruno Valentini, che con il Pd e la civica In Campo è al 27,4%. A breve distanza il candidato del centrodestra Luigi De Mossi, che non ha sfondato raccogliendo solo il 24,2%. Decisivi al ballottaggio saranno i voti dell’ex sindaco (Pds-Ds) Pierluigi Piccini, che sognava il colpaccio ma si è dovuto accontentare del terzo posto con il 21,2%della sua lista personale, e quelli del civico a 360 gradi Massimo Sportelli, che potrebbe portare in dote il suo 15,9%.

Di rilievo anche il voto a Campi Bisenzio, 42mila abitanti nella Piana fiorentina, dove il ricandidato Emiliano Fossi del Pd e civiche si è attestato al 42,1%, distaccando Maria Serena Quercioli del centrodestra (28,8%). Come Piccini a Siena, anche l’ex sindaco (Pds-Ds) campigiano Adriano Chini sperava nel ballottaggio ma si è fermato al 23,1%, che sarà comunque decisivo. Non per caso Fossi ha teso la mano aprendo al programma «no aeroporto» di Chini: «I valori legati a una politica inclusiva, basata sui temi quali l’ambiente, la qualità della vita, e una decisa contrarietà alle grandi opere, ci permetteranno di vincere». Un appello distante da quello di Marco Recati, portavoce del Pd toscano, che invece chiama al sostegno «delle liste civiche, e del mondo dei moderati che guardano al centrosinistra».

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