Trasporto di armi verso l’Ucraina: Toscana Aeroporti era a conoscenza dell’operazione. Carrai si dimetta subito

L’utilizzo di piazzole destinate al trasporto civile e di merci all’interno dell’area Cargo dell’aeroporto di Pisa e la richiesta di impiegare personale di Toscana Aeroporti per il carico di armi e materiale esplosivo rappresentano un salto di qualità preoccupante verso il coinvolgimento diretto dell’Italia nella guerra in Ucraina. L’uso di un’infrastruttura importante della città e di lavoratori e lavoratrici civili per scopi bellici è un fatto gravissimo. Ma ancor più grave è che Toscana Aeroporti, a conoscenza della operazione, l’abbia autorizzata secondo quanto riportato dalla stampa: lo stesso Presidente della società, Marco Carrai, ha confermato l’accaduto, affermando semplicemente che la cosa non si ripeterà. Una risposta inaccettabile, che vorrebbe sminuire quanto accaduto.

Il nostro paese è di fatto in guerra, a causa della decisione del Governo Draghi di inviare armi all’Ucraina, decisione sostenuta da PD, ART.1, IDV, LEGA, FI, Fd’I. Quanto accaduto all’interno dello scalo pisano lo conferma. In uno stato di guerra (anche se non dichiarato!) si cancellano tutte le procedure regolari e le autorizzazioni necessarie, mentre le regole della sicurezza diventano un fattore secondario, arruolando il personale e trasformando le infrastrutture civili in pezzi della macchina bellica.

Da giorni denunciamo che Pisa è diventata la piattaforma per la guerra nel nostro paese, senza che si sappia nulla di cosa effettivamente venga caricato sugli aerei in partenza, che scopriamo addirittura non essere solo militari. Sosteniamo i lavoratori e le lavoratrici che si sono opposti/e a caricare le armi e riteniamo che la loro azione non solo vada sostenuta, ma debba essere di esempio per tutti/e coloro che dichiarano di opporsi alla guerra.

Occorre però al contempo che chi ha autorizzato questa operazione se ne assuma tutte le responsabilità, a partire dai vertici di Toscana Aeroporti. Il Presidente Carrai deve dimettersi immediatamente per questa assurda forzatura. Chiediamo inoltre che i soci pubblici, dal Comune alla Regione, chiariscano subito se erano a conoscenza di questa operazione e infine che il sindaco Conti riferisca urgentemente alla conferenza dei capigruppo su quanto accaduto.

Anche per questo sabato 19 marzo saremo davanti all’aeroporto civile e militare di Pisa per chiedere l’immediato cessate il fuoco, il ritiro delle truppe russe dall’Ucraina, l’interruzione immediata dell’invio di armi e dell’utilizzo di tutte le basi militari sul nostro territorio, affinché vi sia una vera azione diplomatica e una de-escalation militare, nel pieno rispetto dell’articolo 11 della nostra Costituzione con sui si sancisce che l’Italia ripudia la guerra.

Una città in comune
Partito della Rifondazione Comunista

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